Messa a dimora delle barbatelle e prime cure: le avverse condizioni atmosferiche della stagione appena trascorsa hanno fatto slittare in avanti l’epoca di posa a dimora delle barbatelle di vite, rendendo necessari anche per il mese di giugno. Il ritardo dell’impianto al periodo tardo primaverile o, in casi estremi, anche al periodo estivo espone infatti le giovani piantine a maggiori rischi. Il Consorzio Agrario di Siena fornisce alcuni suggerimenti tecnici, nell’ambito della campagna agraria 2003/2004, sia per i nuovi impianti che per la sostituzione e il rinnovo di quelli già esistenti, rivolti soprattutto a tutte quelle aziende del settore che hanno investito sugli impianti vigneto. Sono consigli utili sia durante le fasi di messa a dimora sia nel periodo di allevamento immediatamente successivo:
– Conservare le barbatelle all’interno delle loro confezioni in ambienti freschi e poco luminosi, cercando di portare in campo solo le piante che si prevede di piantare nell’arco della giornata evitando così di lasciarle esposte alle elevate temperature che le danneggerebbero.
– Potare le radici in relazione alla metodologia di impianto utilizzata (a mano o a macchina), comunque mai al di sotto di 5-8 cm.
– Immergere in acqua le radici delle piante, prima dell’impianto, per alcune ore.
– Non effettuare concimazioni localizzate nella buca.
– Lasciare il punto d’innesto fuori dal terreno per almeno 5-8 cm.
– Comprimere il terreno attorno alle radici.
– Per la riuscita vegetativa dell’impianto è importante assicurare alle piantine una costante disponibilità di acqua ed una perfetta difesa fitosanitaria.
– Porre attenzione al metodo di irrigazione che si prevede di utilizzare. In condizioni di primavere e di estati siccitose, per esempio, divengono indispensabili le irrigazioni localizzate per apportare la giusta umidità alle radici, non sottoponendo in tal modo le barbatelle a condizioni di stress, dal momento che un buono ed omogeneo sviluppo dell’impianto dipende proprio dalla disponibilità di acqua nei primi periodi vegetativi.
– Dovendo realizzare un impianto a goccia, è bene prevederlo fin dal primo anno, in quanto il miglioramento dello sviluppo vegetativo delle piante ripagherà ampiamente le spese di realizzazione. Se l’irrigazione di soccorso viene invece realizzata manualmente con la botte è indispensabile non rimandare mai gli interventi irrigui e ripetere tali interventi nel caso del perdurare della siccità.
– Per quanto riguarda, infine, la difesa sanitaria, è doveroso dire che il nuovo impianto è di norma esposto ai comuni parassiti della vite, e pertanto deve venir trattato come un qualsiasi altro vigneto in produzione. Inoltre, è sempre necessario un tutore di sostegno per le piantine, al fine di garantire un migliore sviluppo vegetativo, ma anche la migliore riuscita dei trattamenti ed una maggiore areazione e liluminazione della vegetazione.
a cura del Consorzio Agrario di Siena