L’Arsia ha inaugurato a Cesa (Ar) la nuova sede del proprio Centro di Collaudo e Trasferimento dell’innovazione. All’inaugurazione hanno preso parte l’assessore regionale all’agricoltura della Toscana, Tito Barbini e l’amministratore dell’Arsia, Maria Grazia Mammuccini; il presidente della Provincia di Arezzo, Vincenzo Ceccarelli e il sindaco di Marciano della Chiana, Franca Materazzi.
Il centro dell’Arsia, l’agenzia della Regione Toscana che ha l’obiettivo di fare da “motore” dell’innovazione, raccordando il mondo della ricerca e quello della produzione, e di curarne poi il trasferimento, ha sede all’interno di un’azienda agricola della Regione Toscana che si estende su circa 70 ettari, metà dei quali in pianura e l’altra metà in collina.
"Il centro di Cesa – ha spiegato l’Amministratore dell’Arsia, Maria Grazia Mammuccini – rappresenta uno dei due cardini operativi della sperimentazione diretta dell’Arsia in relazione all’agricoltura sostenibil. Il centro è infatti deputato all’agricoltura secondo il metodo integrato, che prevede la riduzione al minimo degli imput chimici, al fine di garantire la sostenibilità ambientale, la sicurezza degli operatori, e naturalmente, la sicurezza e la qualità alimentare dei prodotti agroalimentari".
In provincia di Grosseto, all’interno di un’altra azienda regionale, l’Arsia gestisce un analogo centro dedicato in particolare all’agricoltura biologica, l’altro pilastro dell’agricoltura sostenibile nel quale la Regione Toscana è considerata all’avanguardia in Italia.
"Si tratta – ha sottolineato l’assessore regionale all’agricoltura, Tito Barbini – di un centro che definirei “strategico” per fornire supporto tecnico alla politica della Regione Toscana che mira alla qualità e tipicità dei prodotti agroalimentari, coniugandola con la sostenibilità ambientale, che significa riduzione degli imput chimici, ma anche riduzione dell’impiego di una risorsa preziosa come l’acqua. Il centro Arsia e l’azienda nel suo complesso costituiscono un valido supporto per la sperimentazione in concreto di tutte quelle innovazioni che mirano al risparmio energetico (penso alle colture no food, come la canapa, il sorgo ecc. dalle quali si ricavano biomasse, alle oleaginose dalle quali si ricavano carburanti), per la riduzione di input chimici di concimazione con l’utilizzo di compost di qualità, o per il rilancio di colture della tradizione, come il favino, per garantire sicurezza nell’alimentazione animale".
A Cesa operano 8 tecnici dipendenti della Regione Toscana, con competenze specialistiche nei vari settori della cerealicoltura, della viticoltura, della produzione di ortive e di barbabietole, secondo la vocazione della zona, ma anche della foresta legno e della produzione di colture no-food, e 12 operai agricoli che lavorano nei campi sperimentali sotto la direzione dei tecnici. Il centro Arsia di Cesa rappresenta un punto di riferimento per istituzioni ed enti di ricerca, ma anche per il sistema degli enti locali e per le imprese, non soltanto a livello regionale. E’ infatti uno dei 6 centri pubblici riconosciuti ufficialmente a livello nazionale (su un totale di 50 centri in Italia) con Decreto Ministeriale, per la valutazione dei principi attivi in corso di registrazione presso i ministeri competenti. Ditte sementiere e produttori di livello nazionale vi ricorrono per le prove varietali e per quelle di tecnica agronomica, pagando i corrispettivi previsti in un apposito tariffario. Due esempi fra tutti: il Centro di Cesa è fra i 4 centri italiani che effettuano le iscrizioni varietali di girasole e fra i 13 che effettuano quelle di mais. Ancora. Il Centro Arsia di Cesa, che si occupa, tra l’altro, di risparmio idrico, effettua sperimentazioni d’avanguardia, che lo vedono fra i tre centri in Italia operativi nella sub irrigazione, una tecnica irrigua che permette un considerevole risparmio di acqua e di costi di manutenzione con l’interramento delle manichette. Dal 1 gennaio 2001 inoltre l’azienda è certificata – Cert. ISO 9002: 94 n.468 CISQ. Ancora.
L’ultima fra le acquisizioni del Centro di Collaudo e Trasferimento dell’innovazione di Cesa riguarda il patrimonio genetico dell’azienda di Fontarronco, che conta un migliaio di tipologie di sementi, prevalentemente di grano duro e di grano tenero, che rappresentano una parte importante del patrimonio genetico storico della Valdichiana ma anche di altre zone della Toscana e d’Italia. "L’acquisizione di questo patrimonio – commenta Maria Grazia Mammuccini – rappresenta un fatto importante, non soltanto per la sua salvaguardia, ma anche perchè costituisce un ulteriore tappa nella politica di valorizzazione delle tipicità agroalimentari toscane, in particolare, in questo caso, in relazione alla Dop del Pane Toscano".
Sempre nel quadro della valorizzazione del patrimonio genetico autoctono della Toscana si inquadra inoltre la sperimentazione che sta per essere avviata per la reintroduzione di vitigni autoctoni, quali la barsaglina, il foglia tonda, l’abrusco e il pugnitello, da accostare al sangiovese, per una rinnovata caratterizzazione dei vini toscani. In questo senso anche la sperimentazione volta ad introdurre pali di castagno nei vigneti e la realizzazione di un annesso agricolo a scopo dimostrativo, che mira alla valorizzazione del legname toscano.
"L’agricoltura Toscana – ha detto concludendo l’assessore Barbini – ha scelto la strada della qualità e della tipicità. Oggi questo significa mettere a disposizione del mondo agricolo e rurale il massimo dell’innovazione prodotta dal mondo della ricerca e dal sistema produttivo. Questa innovazione, per essere davvero efficace, deve coniugarsi con le necessità espresse dal mondo agricolo, e deve garantire quegli standard di qualità e sostenibilità che sono compatibili con il modello scelto dal Governo regionale. E’ intuitivo che c’è bisogno di strutture in grado di testare e validare tutto questo. E per questo è indispensabile potersi avvalere di strutture pubbliche che diano le necessarie garanzie di affidabilità tecnica, ma anche di indipendenza, sia agli operatori, che ai cittadini, che agli Enti deputati a compiere le scelte di governo. Il Centro Arsia di Cesa svolge appunto questo ruolo".
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