Ad oggi, secondo quanto afferma la Confederazione Italiana Agricoltori, ci sono le condizioni per una vendemmia 2005 in perfetto equilibrio nella quantita’ ed ottima nella qualità. Già nei prossimi giorni potrà iniziare la raccolta delle uve precoci del sud e delle isole e, quindi, a seguire entreranno in cantina tutte le altre, fino alle tardive che verranno staccate dai tralci in ottobre inoltrato. Le lavorazioni e le pratiche colturali si sono svolte nella normalità e lo stato sanitario delle uve è mediamente molto buono. La quantità di vino che sarà prodotta, salvo stravolgimenti climatici dell’ultimo periodo, si attesterà – sostiene la Cia – poco sotto i 50 milioni di ettolitri, con una lieve flessione rispetto alla vendemmia precedente. Secondo le recenti tendenze saranno in aumento le quantità di uva che saranno trasformate in vino a denominazione ed in flessione quelle relative ai vini da tavola. La qualità sarà tra le migliori degli ultimi anni e potrà sicuramente superare quella del 2001, con diffuse punte di eccellenza come nel 1997. Se il trend d’esportazioni attuale manterrà anche nei prossimi mesi gli stessi parametri i vini made in Italy troveranno un mercato fiorente soprattutto in Cina. Il valore delle esportazioni di vino oltre la muraglia è raddoppiato (+98%) con una media di 280.000 bottiglie al mese. E’ quanto emerge da un’analisi della Coldiretti sugli scambi commerciali di vino tra Italia e Cina, nei primi quattro mesi del 2005 dalla quale si evidenzia peraltro che al momento le importazioni nel nostro Paese sono risultate pari a solo 6400 bottiglie al mese nonostante la Cina sia diventata il quarto produttore mondiale di vino. Si tratta questo di un risultato incoraggiante in vista della vendemmia considerata ottima dal punto di vista produttivo. La Cina, oltre ad essere un aggressivo Paese esportatore per molti prodotti agroalimentari, offre quindi anche grandi opportunità al made in italy ma occorre introdurre regole per garantire la trasparenza degli scambi di mercato per quanto riguarda l’indicazione di origine in etichetta e il rispetto delle norme etico ambientali.
Cristian Lamorte
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