La cultura dell’edilizia in legno non appartiene storicamente alla Toscana che è senz’altro più legata, da sempre, alle costruzioni in pietra. Eppure è la prima regione forestale italiana con oltre 1 milione di ettari di boschi, di cui il 19% sono fustaie. E dallo studio elaborato dal CNR-IVALSA emerge che l’utilizzazione di questo patrimonio non è superiore al 40% dell’accrescimento dei boschi.
Un grande patrimonio, dunque, e grandi potenzialità per tutta la filiera, che sono emerse sotto diversi aspetti dai lavori del convegno “Il legno per un’edilizia sostenibile” che l’Arsia, l’agenzia della Regione Toscana, ha organizzato a Pratovecchio nell’ambito della sesta edizione della Biennale Forme del Legno. Un appuntamento che – avvalendosi del contributo di esperti, fra cui quello di Julius Natterer, punto di riferimento internazionale per l’edilizia in legno – ha posto l’accento sulla necessità di promuovere su tutto il territorio regionale – e, naturalmente, in particolare nelle aree vocate – tale cultura, diffondendo nelle pubbliche amministrazioni e fra i tecnici che vi lavorano specifiche conoscenze tecniche. Il convegno, dunque, ha evidenziato l’importanza della diffusione dell’impiego del legno, anche con particolare riferimento all’edilizia rurale che necessita di strutture flessibili in fatto di destinazione d’uso, e che si inseriscano armonicamente nel paesaggio. Occorrono criteri unificati di progettazione delle strutture, ma anche di classificazione del legno, cui applicare metodi di certificazione che consentano la scelta di materiale omogeneo, con caratteristiche di resistenza e stabilità.
«Il legno è una fonte rinnovabile, è un patrimonio che ‘ricresce’, a differenza del petrolio – ha sottolineato Julius Natterer – ed è indice di civiltà piantare gli alberi dove possano crescere e creare futuro, in termini di ambiente, economia e occupazione. Indissolubile – ha spiegato Natterer nel suo intervento – il legame tra economia ed ecologia, il tutto con un continuo, fondamentale, apporto da parte del mondo della ricerca che ha consentito di giungere a sistemi di utilizzo in cui viene ridotto al minimo l’impiego di metallo, con la riduzione dei carichi e l’aumento della sicurezza e della stabilità delle costruzioni. Non a caso uno studio a evidenziato che l’impiego di legno nelle case riduce addirittura l’aggressività degli abitanti».
«I nostri boschi – ha sottolineato Angiolo Rossi, sindaco di Pratovecchio – rappresentano un patrimonio economico di valore incommensurabile, non solo per la materia prima che offrono, ma anche per tutte le potenzialità e opportunità di occupazione che ne derivano, fattore fondamentale per salvaguardare il paesaggio, l’economia e il territorio di zone montane e disagiate. Il legno, dunque, come sinonimo di rilancio dell’economia, presidio del territorio ed elemento che può dar vita e sinergie produttive tra imprese, enti pubblici e mondo della ricerca».
Tra le esperienze presentate a Pratovecchio anche il progetto di Teatro in legno del Comune di Pontassieve. Un’idea che ha avuto modo di evolvere, da ‘semplice’ teatro, a struttura polifunzionale per arte, spettacolo, sport e convegni, avvalendosi di una vera e propria sinergia che vede coinvolti il CNR, l’Arsia, le Comunità montane del Casentino e della Montagna Pistoiese, l’Ente Parco Migliarino-San Rossore-Massacciuccoli, il Corpo Forestale dello Stato e enti creditizi: «La volontà, da sempre – ha spiegato Marco Mairaghi, sindaco di Pontassieve – è che la struttura sia armonicamente inserita nel paesaggio, fin dalla linea a foglia di olivo ideata proprio da Julius Natterer, e che per la sua realizzazione (prevista a fine 2007) venga impiegata manodopera locale e legno toscano. E, infine, che il teatro divenga un laboratorio di formazione per la lavorazione del legno in edilizia, per la crescita di questa cultura anche tra i giovani».
Il futuro dell’edilizia sostenibile è nel legno
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