La nuova Ocm (Organizzazione comune di mercato) del vino apre le porte anche al Prugnolo Gentile, il vitigno autoctono che da qualche secolo dà vita al Vino Nobile di Montepulciano. La salvaguardia dei 450 vitigni nostrani è infatti uno dei punti fondamentali che fanno capo all’approvazione definitiva da parte della commissione Agricoltura del Senato, senza modifiche rispetto alla Camera, della legge quadro per il comparto dei vini che corregge e riformula il Dpr 12 febbraio 1965 n.162.
Il nuovo “testo unico delle norme nazionali di attuazione del regolamento comunitario concernente l’Ocm del vino” è stato discusso e voluto dal Governo in risposta all’esigenza dei soggetti interessati di semplificare e armonizzare la normativa esistente con riguardo sia alla produzione, sia alla revisione complessiva del sistema sanzionatorio a tutela delle imprese e dei consumatori.
«E’ un traguardo importante per il settore del vino – afferma il presidente del Consorzio Massimo Romeo – che permette ancora di più di mettere l’accento sulle denominazione d’origine dando maggiore fiducia ai consorzi di tutela».
La nuova legge, derivante dalle proposte separate dei parlamentari Collavini e Preda, presenta l’abrogazione di alcuni interventi legislativi (la L. 108/1956 e il Dm/2001 su deroghe per la produzione di aceti) che rendevano per certi aspetti più complesso il lavoro degli interessati andando a incrociarsi con altre norme comunitarie e nazionali.
«La forma del nuovo testo – sottolinea Romeo – agevola senza dubbio da una parte l’impegno dei produttori, dall’altra il lavoro di controllo svolto dal Consorzio allargando al mercato internazionale il concetto di qualità e di salvaguardia dei vitigni autoctoni rendendo questo aspetto l’arma vincente dei nostri prodotti in mercati esteri ormai sempre più presi d’assalto da concorrenze che mirano alla quantità e quindi al basso prezzo di vendita».
Secondo il nuovo assetto istituzionale, tenendo conto delle competenze regionali, la determinazione del periodo di fermentazione viene ora attribuito alle regioni e alle province autonome e non più ai prefetti, così come passa dalla competenza ministeriale a quella regionale l’autorizzazione annuale dell’arricchimento dei mosti e dei vini e la loro acidificazione, nei casi disciplinati e previsti dalla regolamentazione comunitaria.
Nella foto il Presidente del Consorzio del Vino Nobile di MOntepulciano Massimo Romeo