Evitare di appesantire con grandi flussi turistici le aree naturali più “delicate” e i centri storici all’interno dei siti Unesco per non arrivare al collasso dei luoghi più belli d’Italia. Insomma, essere patrimonio dell’umanità per un parco – sia che si parli della Val d’Orcia, della Costiera Amalfitana o delle Cinque Terre – non è un punto di arrivo, bensì di partenza. Per questo è necessario non abbassare la guardia né la soglia di attenzione sui temi della tutela, della gestione ambientale e dello sviluppo nelle aree protette. E’ quanto emerso nel corso di Ambiente Vivo, kermesse dedicata alle tematiche ambientali organizzata dal Parco artistico naturale e culturale della Val d’Orcia, che ha preso il via oggi a Pienza, e si concluderà domenica 28 maggio. Un momento di confronto e di apertura fra i territori ambientali più belli d’Italia e d’Europa, alcuni di questi come il Parco della Val d’Orcia (nel 2004) sono stati riconosciuti dall’Unesco come patrimonio dell’umanità.
«Far parte dei siti Unesco – ha spiegato Paola Falini, docente di Urbanistica all’Università La Sapienza di Roma – significa prepararsi a ricevere una enorme massa di turisti provenienti da tutto il mondo. Una pressione antropica da prevedere che mette di fronte a possibili rischi di eccessive presenze. Nei piani di gestione infatti va prevista la capacità di carico che i territori possono sopportare oltre a verificare la potenzialità di ulteriore sviluppo sostenibile. Fra le alternative quella di non dirottare i turisti nei siti più delicati ma realizzare le iniziative più interessanti nelle aree cosiddette marginali». Sul versante nuovi piani di gestione per l’Unesco la Falini sottolinea come sia indispensabile «aggiornare i piani, approfondire alcune tematiche e integrare quanto già stato fatto. Senza dimenticare che ciò che si è fatto in passato è stato un lavoro ottimo, altrimenti l’Unesco non avrebbe preso in considerazione la proposta di iscrizione. Questo vale per la Val d’Orcia, che l’Unesco ha già “promosso” a caso di studio positivo a livello mondiale, come per gli altri siti italiani».
Ed in Val d’Orcia come ha annunciato l’assessore provinciale Claudio Galletti, nasceranno nei prossimi mesi due nuove aree protette che entreranno nella rete dei parchi provinciali, inoltre c’è allo studio la fattibilità di un parco fluviale lungo il fiume Orcia.
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