Obiettivo prioritario deve restare quello di mantenere le risorse al settore, evitando penalizzazioni per i produttori. Così la Cia-Confederazione italiana agricoltori si è espressa, con una prima valutazione, in merito alla proposta di riforma dell’Ocm vino presentata ieri dalla Commissione Ue. Nel rilevare che si prospetta una discussione difficile e lunga sulla proposta dell’esecutivo di Bruxelles, la Cia ha sottolineato che la migliore soluzione potrà essere trovata in un “mix” di quelle presentate nelle quattro opzioni ventilate dalla Commissione e basata sulla ricerca della competitività, della innovazione, della semplificazione e della promozione del consumo dei prodotti europei.
Tuttavia, la Cia ha evidenziato che la preoccupazione maggiore riguarda la volontà della Commissione Ue di impegnare ingenti risorse (due miliardi e mezzo di euro pari ad un terzo del budget del settore) per le misure di estirpazione. Sarà, quindi, necessario che nella trattativa si cerchino di ottenere garanzie essenziali per la difesa della produzione italiana attraverso un’ampia flessibilità per la gestione degli eventuali plafond nazionali. Questo per impedire che nel nostro Paese siano penalizzate le aree territorialmente più sensibili o particolarmente vocate della viticoltura.
In tal senso sarà opportuno determinare un equilibrio a livello nazionale tra “estirpazione” e indirizzo della produzione verso il mercato. Per quanto riguarda le distillazioni di crisi, esse dovrebbero rimanere solo quelle contraddistinte come “rete di sicurezza” e confermare la distillazione obbligatoria dei sottoprodotti. Infine bisognerà garantire adeguate misure e risorse finanziarie, eventualmente da gestire a livello nazionale, per la ristrutturazione dei vigneti.
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