Sulla Gazzetta ufficiale sono già state pubblicate le modifiche al "disciplinare" richieste dalla Unione Europea.
"La pubblicazione – ha spiegato il direttore del Consorzio Baraggia, Carmelo Iacopino – è stata necessaria perché il comitato scientifico dell’Unione europea, che ha dato parere favorevole, ha fatto due osservazioni. La prima richiesta è che la trasformazione del risone in riso venga fatta sul territorio, per garantire una maggiore tipicità e ”tracciabilità” del prodotto. La seconda osservazione riguarda invece il confezionamento del riso, che invece, secondo la Ue, dev’essere fatto in tutta Europa".
Il Consorzio di tutela ha accolto entrambe le richieste, modificando il "disciplinare" che stabilisce le regole per la coltivazione e la lavorazione del "riso di Baraggia". A questo punto, la pratica tornerà a Bruxelles. Occorre che il nuovo disciplinare venga pubblicato sulla Gazzetta ufficiale dell’Unione, e poi ci vogliono 6 mesi per eventuali osservazioni da parte degli altri paesi europei (esclusa l’Italia). Se tutto va bene, si potrà aggiungere il marchio azzurro al riso della Baraggia fra circa un anno, nel maggio 2007, stimano i promotori. Già ora, però, il "riso della Baraggia biellese e vercellese" gode della tutela transitoria, in attesa dell’ok definitivo, e può essere venduto con questo nome in tutta Italia. L’aggiunta del bollino con l’"Igp" completerà l’iter. Il marchio coprirà tutte la varietà coltivate nel territorio della Baraggia, sia nel Biellese sia in provincia di Vercelli.
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