Non fare dell’estirpazione dei vigneti l’asse centrale della riforma del vino, quando il budget a disposizione potrebbe essere piu’ utilmente indirizzato ad altri obiettivi, come la ristrutturazione e la riconversione, l’informazione e la promozione: questo l’appello che arriva a Bruxelles da quattro regioni Ue ”motori” del vino di qualita’. I presidenti di Toscana, Aquitania (Francia), Hessen (Germania) e La Rioja (Spagna) – Claudio Martini, Alain Rousset,
Volker Hoff e Pedro Sanz Alonso – hanno firmato una posizione comune sulla proposta della Commissione europea di riforma
dell’Organizzazione comune di mercato (OCM) vino, che hanno inviato alla commissaria all’agricoltura Mariann Fischer-Boel, al presidente della commissione agricoltura del Parlamento europeo Joseph Daul e ai due parlamentari Giuseppe Castiglione e Katerina Batzeli, relatori rispettivamente sulla proposta e sulla comunicazione della Commissione. Nelle quattro regioni, sottolineano i presidenti, la coltura della vite non rappresenta solo un’attivita’ economica, ma anche
una realta’ patrimoniale e ambientale, frutto di una storia e di una civilta’ comuni, caratterizzate da una produzione vinicola
riconosciuta e apprezzata sul mercato europeo e mondiale. Sono cioe’ ”quattro motori” della produzione vinicola europea di
qualita’. L’estirpazione, spiegano le regioni, non potra’ essere che uno degli elementi di un piano globale fissato a livello
regionale. Inoltre, rilevano, dedicarle 2,4 miliardi di euro, cioe’ il 60% dell’intero budget, ”e’ del tutto sproporzionato
in rapporto sia al budget che alle reali necessita’ del settore”. Legate allo sviluppo di una produzione di qualita’, le
quattro regioni si oppongono anche alle proposte di deregulation per le etichette e le pratiche enologiche: allineare, con una standardizzazione verso il basso, le pratiche europee a quelle dei concorrenti extra-europei, ad avviso delle quattro regioni, finirebbe per indebolire un settore in cui la competitivita’ si basa soprattutto sulla qualita’ dei prodotti. Per questo le
pratiche non tradizionali dovrebbero essere menzionate sulle etichette, sia per i prodotti europei che per quelli dei paesi
terzi. Uno dei punti sui quali le regioni insistono di piu’ riguarda infine il mantenimento delle misure attuali per la
ristrutturazione e la riconversione, giudicate indispensabili per garantire la qualita’ del vino lungo tutto il ciclo di produzione e per far fronte alle esigenze poste dalla rapidita’ dello sviluppo scientifico e tecnologico e al rispetto dell’ambiente.
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