Dopo Marcello Lunelli, Domenico Zonin e Lucio Mastroberardino, altri tre grandi nomi dell’enologia italiana e dell’Unione Italiana Vini concordano sostanzialmente con le posizioni espresse dal presidente Uiv, Andrea Sartori, sul decreto firmato dal ministro De Castro riguardante il divieto di utilizzo dei trucioli di quercia per l’elaborazione dei vini Doc e Docg.
«Approviamo i contenuti del decreto – dice Rolando Chiossi, presidente del Gruppo Italiano Vini -. La posizione del Giv è sempre stata quella di escludere i vini a Do da questa pratica. Un discorso diverso si deve invece fare sui vini a Indicazione geografica tipica (Igt), perché ricadiamo nell’ambito dei vini da tavola. Noi come Gruppo Italiano Vini siamo del parere che sulle Igt debbano essere i singoli disciplinari di produzione, e quindi i produttori, a decidere se vietarne l’utilizzo. Auspichiamo quindi che non ci siano altri decreti di divieto di portata nazionale. Detto questo – conclude Chiossi – tutto il polverone che si è creato a livello mediatico è sproporzionato alla dimensione effettiva del problema, con il rischio di creare disorientamento tra i consumatori».
«Credo anch’io che si sia parlato troppo e a sproposito di questo argomento, creando confusione e ingiustificato allarme tra le persone – afferma Marco Rocca, titolare dell’azienda Angelo Rocca & Figli -. In Spagna e Francia il dibattito c’è stato e c’è tuttora, ma si sta svolgendo in maniera pacata e soprattutto senza porre una questione di tipo ideologico. Per quanto riguarda gli Igt, un eventuale provvedimento di divieto sarebbe un atto di autolesionismo. Il mondo viaggia a una certa velocità e noi vogliamo a tutti i costi andar più lenti, è assurdo, il rischio è di rimanere fuori dai mercati. E poi, in base a quale strano ragionamento io che produco in Italia non posso utilizzare i chips e gli australiani e i cileni che esportano in Italia non hanno questo tipo di problema? Dov’è la coerenza? O si vieta anche a loro di portare qui i vini con i trucioli, e mi pare un assurdo, oppure si fa la cosa più semplice, lasciare ai produttori libera scelta in un libero mercato».
«Sono d’accordo con quanto espresso dal presidente Sartori e dai miei colleghi del Consiglio Uiv – afferma Piernicola Leone de Castris, dell’omonima azienda salentina – gli Igt sono nati per essere vini elastici, tali cioè da consentire ai produttori modifiche ‘in corsa’, che permettano di rimanere al passo con le richieste del mercato. Che siano allora i produttori a scegliere le pratiche enologiche più opportune per farlo, e i chips sono una di queste».
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