Un uso corretto dell’acqua permette di ottenere produzioni di olio pregiato. E’ questa la novità presentata ieri dai ricercatori dell’Università di Pisa di Pisa, di Udine e della Scuola Sant’Anna al convegno “Acquisizioni scientifiche e tecniche sugli stress dell’olivo”, organizzato dall’Accademia dei Georgofili di Firenze. Dal convegno è emerso che un irrigazione mirata degli oliveti permette di ottenere un produzione di olio eccellente e, inoltre, un utilizzo di acque saline, di scarsa qualità è indicato per coltivare gli ulivi in terreni difficili e in condizioni marginali. “Grazie alle nostre ricerche – ha spiegato Riccardo Gucci, dell’Università di Pisa – siamo riusciti a capire come risparmiare acqua per l’irrigazione e allo stesso tempo ottenere dei vantaggi qualitativi sulla produzione dell’olio. In base agli studi abbiamo identificato i quantitativi ottimali di acqua da somministrare in determinati momenti del ciclo di fruttificazione dell’olivo, in modo da ottenere il massimo della qualità nutrizionale e sensoriale: i composti fenolici, innanzitutto, che conferiscono all’olio proprietà anti-ossidanti e il caratteristico gusto di amaro, e sostanze volatili responsabili dei profumi e dell’aroma all’olio. Quantità d’acqua che naturalmente variano in relazione alle diverse varietà di olivo coltivate in zone differenti”. La nuova tecnica di irrigazione in deficit controllato inizia ad essere utilizzata dalle aziende agricole italiane e anche in Toscana. L’unico costo di questa tecnica è legato all’acquisizione di conoscenze perché l’operatore deve avere chiari gli obiettivi di qualità e sapere come dosare l’acqua per raggiungerli.
Marta Santopolo