Meglio un semplice e popolare (scozzese) “mince and tatties” – carne tritata di manzo stufata, servita con puré di patate -, rispetto al più famoso Big Mac della catena McDonald’s. La pensa così il principe Carlo che, ieri, durante una visita ad un convegno sul diabete ad Abu Dabi negli Emirati Arabi, ha dichiarato pubblicamente come la pensa in fatto di alimentazione. “Avete provato a vietare i McDonalds? Sarebbe di fondamentale importanza”. Sottolineando come siano tra i principali responsabili delle malattie, sempre più diffuse, che derivano da una cattiva alimentazione. La frase è stata chiaramente riportata dalla colorita stampa tabloid britannica che, anche stavolta, non si è lasciata scappare l’occasione per parlare e sparlare dei sudditi di sua maestà. Per qualcuno è stata la “solita” gaffe del principe Carlo, ma il dibattito, almeno nella stampa del Regno Unito si è aperto. Il Daily Mirror, ad esempio, si domanda perché Carlo abbia citato il celebre “Mc” e non la concorrente Burger King. Pienamente d’accordo con il futuro re è il famoso chef italiano protagonista a Londra Giorgio Locatelli; mentre si dividono i nutrizionisti: “da McDonald’s almeno sappiamo ciò che si mangia” e, sempre a favore del fast food, si ricorda che la multinazionale dell’hamburger è anche fra i più grandi distributori di insalate, succhi e frutta, “ma forse qualcuno non lo vuole ricordare”.
Uno che invece va pazzo per i McMenù vari è il principino Harry, inefficace in questo caso l’educazione alimentare di Carlo. Noi stiamo dalla parte del principe Carlo, indubbiamente, da sempre strenuo difensore della sana cucina e di un’agricoltura sostenibile, nonché ammiratore di Slow Food e della sua filosofia. Nella sua tenuta e azienda agricola, ad esempio, sono banditi i fertilizzanti chimici e i pesticidi. Tornando alla polemica Carlo-Big Mac, in una nota stampa, l’entourage del principe di Galles fa sapere che “è necessario promuovere una dieta bilanciata, specialmente nei giovani”. Quindi nessuna polemica o crociata in vista. Dei giorni scorsi la notizia, sempre dall’Inghilterra, di un bambino di 8 anni e 90 chilogrammi di peso che ha “rischiato” di essere separato dalla madre “accusata” di non sapere gestire l’alimentazione del figlio e di causargli gravi danni alla salute. In pratica il bambino pesa il triplo del peso medio della sua età. Ma i servizi sociali hanno deciso di non revocare la custodia del ragazzo. Se nel mondo la metà muore di fame o è insufficientemente nutrito, e l’altra metà ha problemi di soprappeso o di obesità c’è qualcosa che non torna. Per questo è necessario fin da giovane età educare ad una corretta alimentazione. Magari partendo dai prodotti che troviamo a pochi metri da casa, intesi come “locali”, e con un’attenzione particolare a quelli di stagione.
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