La produzione di canapa e l’impiego della fibra naturale nei distretti tessili della Toscana potrebbero essere i mezzi migliori per aiutare l’industria tessile italiana nella competizione e soprattutto per abbattere la concorrenza cinese.
L’Arsia, in seguito alla giornata di studio promossa nel 2003 dall’Accademia dei Georgofili dedicata alle nuove prospettive per la coltivazione della canapa, ha proposto un interessante progetto. Con il lavoro portato avanti dall’Agenzia Regionale per lo Sviluppo e l’Innovazione nel settore Agricolo sono state individuate le varietà più idonee al territorio toscano, la messa a punto dei macchinari per la raccolta, la realizzazione di un impianto pilota di prima lavorazione della canapa.
“Grazie al progetto messo a punto in Toscana – ha spiegato Gianpietro Venturi, dell’Università di Bologna – abbiamo fatto grandi progressi di conoscenza soprattutto nella fase della macerazione. Sono stati individuati i microbi più adatti, le temperature e i tempi giusti e siamo quindi arrivati ad avere una macerazione che può essere di tipo industriale, che funziona e che dà della fibra di ottima qualità”.
Le tecniche di coltivazione della canapa sono state migliorate, per la raccolta meccanizzata esistono già dei prototipi, a questo punto servono imprenditori disposti ad investire. “Per ora – ha sottolineato Venturi – le nostre industrie tessili importano a prezzi stracciati da paesi come la Cina la materia prima la fibra della canapa; fra poco ci venderanno quella lavorata, poi i filati, i tessuti e infine le camicie, i prodotti finiti. Oggi, grazie alla ricerca degli ultimi anni, abbiamo le conoscenze tecniche per lanciare una vantaggiosa filiera completa della canapa”.
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