Indicazioni sull’argomento e le principali misure da adottare per prevenire e ridurre i rischi di contaminazione delle materie prime destinate all’alimentazione animale.
COSA SONO LE AFLATOSSINE? – Sono un gruppo si sostanze tossiche prodotte da ceppi di funghi quali Aspergillus flavus e Aspergillus parasiticus che, in particolari condizioni climatiche, possono svilupparsi su alcune piante in campo, prima del raccolto. I prodotti utilizzati per l’alimentazione animale a maggior rischio di contaminazione sono il mais e i suoi sottoprodotti, i semi di cotone, le polpe di bietola e i panelli di semi oleosi. Nei prodotti vegetali può essere presente l’aflatossina B1. I mammiferi che ingeriscono aflatossina B1 ne eliminano una quota come aflatossina M1 nel latte. Nel caso della vacca da latte, circa l’1 – 3% di aflatossina B1 ingerita viene trasformata nel fegato in aflatossina M1 ed eliminata con il latte. È molto importante prevenire la contaminazione del latte da aflatossina M1 in quanto essa può risultare cancerogena per l’uomo e causare danni al fegato ed inoltre può concentrarsi nel formaggio perché si lega alle proteine del latte e non si elimina con la pastorizzazione.
QUALI SONO I FATTORI CHE FAVORISCONO LO SVILUPPO DEL FUNGO? – I funghi che producono aflatossine, sono funghi ubiquitari, che mostrano particolare affinità per i semi oleosi come substrato di crescita e hanno un intervallo di temperatura utile alla crescita tra i 12 e i 48°C con ottimo a 27-38°C. Inoltre tali funghi prediligono un’umidità della cariosside superiore al 13% (umidità ottimale tra 18 e 20%). Per il mais, i danni fisici alle cariossidi (rotture, screpolature, rosure) favoriscono la penetrazione e lo sviluppo del fungo.
QUALI SONO I FATTORI DI RISCHIO? – Tra i fattori predisponenti che favoriscono la presenza di aflatossine nei prodotti vegetali, è necessario prendere in considerazione quelli che possono verificarsi in campo durante la coltivazione, nelle fasi di raccolta, di essiccazione e di stoccaggio. In campo sono fattori predisponenti il clima caldo con siccità prolungata e stress idrici per le piante, gli attacchi di insetti e tutti i fattori che possono portare a maggiore fragilità dei tessuti della pianta. In fase di raccolta sono fattori di rischio le raccolte ritardate con cariossidi secche che si spezzano facilmente e le trebbiatura male eseguita che produce cariossidi frantumate e sporche. Durante l’essiccazione può essere pericoloso essiccare troppo velocemente in modo da provocare screpolature superficiali dei semi o effettuare una pulitura poco accurata che non elimina i funghi eventualmente presenti sulla superficie dei semi. Durante lo stoccaggio sono fattori predisponenti lo sviluppo dei funghi, l’eccessiva umidità di conservazione (> 13%), temperature elevate (comprese tra 27 e 32°C), silos che facilitano la formazione di condensa, ambienti di stoccaggio umidi e poco areati, attacchi parassitari e presenza di roditori, uso di contenitori e ambienti non puliti.
COME SI PUO PREVENIRE LA CONTAMINAZIONE? – Per ridurre il rischio aflatossine negli alimenti zootecnici è necessario partire dalla prevenzione in campo. Opportuno impiegare ibridi meno suscettibili ai funghi e più resistenti agli stress idrici, trebbiare al giusto grado di umidità della cariosside (non inferiore al 20-25%), non provocare eccessive rotture alla trebbiatura, pulire con attenzione mietitrebbia e carri. L’essiccazione dovrebbe avvenire entro 24-48 ore dalla raccolta, procedendo sempre ad un’accurata pulitura della granella. Nella fase di stoccaggio è necessario procedere ad una pulizia accurata delle aree di stoccaggio e dei sili, evitare forti variazioni termiche, conservando i mangimi in ambiente fresco e asciutto e garantendo il livello di umidità della granella entro il 12-13%. Buona norma sarebbe controllare periodicamente il prodotto, facendo attenzione che non si verifichino condense d’acqua in alcune zone. Evitare di macinare le granelle con troppo anticipo rispetto al momento dell’impiego. Nel caso l’allevatore acquisti alimenti all’esterno, è importante acquistare da fornitori che garantiscono gli opportuni controlli, acquistare granelle integre e pulite ed effettuare sempre, per i prodotti sfusi, un campionamento allo scarico (campione in contraddittorio).
Per avere specifiche consulenze sulla prevenzione e sulle eventuali analisi da effettuare sugli alimenti e sul latte, i produttori possono rivolgersi ai tecnici presso gli uffici della Cia.
In collaborazione con Dimensione Agricoltura, Cia Toscana