Sei milioni di euro in quattro anni. E’ il budget previsto dal programma regionale per la pesca professionale e l’acquacoltura approvato in Toscana per il periodo 2007-2010 che prevede tra l’altro una serie di interventi per favorire non solo progetti di ristrutturazione o di ammodernamento degli impianti di acquacoltura e delle infrastrutture di servizio alla pesca ed all’acquacoltura, ma anche iniziative di diversificazione delle produzione e di qualificazione dei prodotti, di formazione professionale e di ricerca finalizzata alla gestione delle risorse ittiche.
Tra le priorità individuate dal programma, favorire le condizioni di rilancio del settore della pesca marittima che – con i suoi 1200 addetti e le 650 imbarcazioni che compongono oggi la flotta toscana – registra da tempo forti segnali di crisi, e ampliare gli spazi di crescita dell’acquacoltura (47 gli impianti attualmente operanti), che invece negli ultimi anni ha saputo conquistarsi fette sempre più consistenti di mercato.
Il programma (che, secondo quanto affermato dall’assessore regionale a agricoltura, caccia e pesca Susanna Cenni, si caratterizza per la grande portata innovativa, in grado di rispondere alle esigenze di ammodernamento degli impianti e dei servizi, innovazione nei processi produttivi) è coordinato dalla Regione, ma gestito dalle diverse Province e conta su circa 1 milione e mezzo di euro di risorse annue. In particolare prevede: azioni di sostegno alla realizzazione di nuovi impianti di acquacoltura e al potenziamento di quelli esistenti al fine di far fronte alla concorrenza degli altri mercati; azioni specifiche per la diversificazione delle attività di pesca: per consentire all’imprenditore di integrare il reddito derivante dalle attività di pesca viene incentivato lo sviluppo di pescaturismo (cioè l’imbarco di persone su navi da pesca a scopo turistico) e dell’ittiturismo (lo svolgimento di attività di ospitalità, ricreative, didattiche da parte dell’imprenditore anche attraverso l’uso della propria abitazione e delle strutture adibite alla pesca). Il programma incentiva, poi, azioni per l’ammodernamento ed il potenziamento dei porti di pesca che, secondo un recente studio condotto in Toscana, in molti casi, non rispondono perfettamente alle esigenze del settore. Occhio di riguardo anche alla tutela del consumatore e dunque alla qualità dei prodotti, attraverso specifiche iniziative per la tracciabilità e per il miglioramento qualitativo sia del prodotto di pesca sia di allevamento, anche attraverso il controllo igienico e sanitario e l’ottimizzazione delle metodiche di conservazione (vengono promossi anche corsi di formazione professionale per gli addetti del settore). Non ultimo lo sviluppo di attività promozionali, ritenuto necessario per favorire il riconoscimento e la valorizzazione delle produzioni ittiche toscane sui mercati nazionali ed esteri, sempre più competitivi. Elemento qualificante del programma è poi il distretto di pesca, la cui istituzione avverrà nel periodo di attuazione del programma. “Il programma – ha sottolineato ancora l’assessore Cenni – mira a far sì che questo comparto possa aprire anche nuove opportunità, per esempio incentivando quelle forme di turismo capaci di valorizzare la cultura della pesca attraverso servizi di ospitalità. Il tutto in un quadro complessivo di attenzione e di rispetto per i delicati equilibri di tutti i nostri ambienti acquatici’. ‘Siamo convinti – aggiunge ancora – che queste azioni coordinate possano dare una notevole spinta propulsiva a tutto un comparto che, lo ha stabilito di recente la Corte costituzionale, è di piena competenza della Regione”.
Anna Savelli