Una forte vitalità testimoniata dalla crescita delle superfici, ingenti investimenti e processi di riorganizzazione strutturale in atto. Anche così, in attesa di vedere definite le linee guida delle politiche europee (Ocm), il settore vitivinicolo toscano è riuscito nel 2006 a far registrare una netta ripresa sui mercati. Nel 2006 l’export cresce del 5,8%, per un valore delle produzioni esportate di 520milioni di euro, con ottime performance in Canada (+39,6% in quantità e +8,6% in valore). Nel 2006 e inizio 2007, dopo alcuni anni, sono tornati a salire i prezzi, grazie al riequilibrio domanda-offerta: per il Chianti Classico (prezzi all’origine del vino sfuso) si passa dai 140 euro al quintale ai 280-300 euro. Il recupero dei prezzi all’origine ha interessato anche gli altri vini, anche se in maniera meno accentuata: Chianti da 81,3 €/100 kg a 90,4 (120 €/100 kg nel 2007); e Vernaccia di San Gimignano da 90,4€/100 kg a 106.
Per quanto riguarda gli investimenti scaturiti dalle erogazioni di aiuti per il finanziamento di piani e ristrutturazione (assegnati sulla base di progetti), nelle ultime due campagne (2004/05 e 2005/06) sono stati finanziati oltre 1.200 progetti che hanno interessato una superficie di 2.700 ettari, di cui il 34% in provincia di Siena, seguita dalle province di Grosseto (24%), Firenze (17%), e Arezzo (12%).
Nel 2006 la produzione di uva da vino raccolta in Toscana è passata da 3.966 a 4.132 migliaia di quintali (+4,2%) e la produzione di vino ha raggiunto i 2,9 milioni di ettolitri (+7,2% rispetto al 2005) contribuendo al 6,3% del volume di vino nazionale. Due terzi del totale è Sangiovese, e circa l’80% è rosso, mentre il 60% del Vigneto Toscana è concentrato nella zona del Chianti. Tra le province toscane si confermano Siena (65% dei rossi) e Firenze (63% dei rosati) come principali produttrici, contribuendo per oltre 1,2 milioni di ettolitri di vino a denominazione (Doc e Docg), pari al 40% della produzione regionale e al 70% del volume totale dei cosiddetti VQPRD (Vini di qualità prodotti in regioni determinate, ovvero Doc e Docg).
La consistenza viticola della Toscana (al 31 agosto ‘06) ammonta a 63.460 ettari, contro i 58mila del Censimento del 2000, distribuiti su 29.450 aziende (53mila nel 2000). Una realtà delle aziende che continua ad essere molto frammentata: il 56% delle unità tecniche-economiche (Ute) ha dichiarato una superficie vitata inferiore a mezzo ettaro (pari al 6,3% del vigneto regionale), e solo il 4,3% delle aziende possiede più di 10 ettari, per un totale del 56,6% della superficie vitata regionale.
Dal 1997 al 2006, inoltre, sono state autorizzate estirpazioni per 16mila ettari e reimpianti per 21mila, di cui il 40% provenienti da altre regioni e scambi fra aziende toscane. I criteri (stabiliti dalle Delibera regionale n. 97 del 20/9/2006) della Regione Toscana favoriscono le denominazioni più “giovani”, così da raggiungere una produzione che possa entrare sul mercato; e puntano a consolidare la viticoltura delle zone denominate “fragili”, come ad esempio la viticoltura delle isole dell’arcipelago toscano.
In Toscana sono presenti 36 Doc (a cui si aggiunge la Doc Terratico di Bibbona) e 6 Docg (con la 7°, il Morellino di Scansano riconosciuta a novembre ’06 e non ancora in produzione), per una produzione complessiva di VQPRD in Toscana pari a oltre 1,7 milioni di ettolitri (+8,9% rispetto al ‘06); buona anche la performance produttiva dei vini Igt con un aumento del 9,3 per cento. Le denominazioni relative ai vini Chianti rappresentano complessivamente l’85% della produzione VQPRD, con il Chianti Classico che da solo vale il 17% (con 6.561 ha), segue fra le Docg il Brunello di Montalcino che rappresenta il 5,8% (1.953 ha) e il Vino Nobile di Montepulciano il 3,3% con 1.104 ettari.
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