Ripresa dei consumi e della produzione, discrete quotazioni di mercato. La filiera avicola nazionale ha dimostrato, ancora una volta, grande capacità professionale e un deciso dinamismo che le hanno permesso di recuperare, con non poche difficoltà, il suo ruolo di leader del comparto zootecnico nazionale ed europeo, dopo la crisi del 2005 determinata dall’influenza aviaria. Questo, nonostante l’aumento consistente dei costi di produzione, in particolare dei mangimi (+13% rispetto al 2006).
Lo evidenzia Confagricoltura ricordando risultati produttivi del comparto: 1.050 milioni di tonnellate di carne avicola prodotte nel 2006 e oltre 12 miliardi di uova.
“E quello che è importante – sottolinea Confagricoltura – è che il settore abbia saputo recuperare la fiducia dei consumatori nei confronti di prodotti da sempre ritenuti sani, sicuri, nutrienti ed economici”.
Confagricoltura ricorda che l’Italia può contare su un efficiente sistema di controllo della sicurezza sanitaria/produttiva/alimentare, assicurato dalle oltre 195 Agenzie Sanitarie Locali (ASL) coordinate con le 10 sedi centrali e le 90 sezioni diagnostiche periferiche degli Istituti Zooprofilattici sperimentali. Strutture che svolgono giornalmente controlli sulle oltre 70 mila aziende di allevamento ed i1000 centri di imballo della filiera avicola nazionale.
“Il settore però – rimarca Confagricoltura – ha bisogno ancora di attenzione da parte delle Amministrazioni nazionali e comunitarie, anche in vista delle nuove normative ambientali, per superare completamente il periodo di difficoltà e tornare, ai livelli produttivi e occupazionali del 2004. Prima che Paesi come il Brasile e la Thailandia possano occupare gli spazi finora lasciati vuoti dal nostro sistema produttivo”.
Rosanna Paliotta