La campagna vitivinicola 2007/2008, dopo il primato della precocità, potrebbe annoverarsi nelle statistiche anche come la più scarsa degli ultimi trent’anni in termini produttivi. E’ quanto emerge dalla seconda ricognizione effettuata congiuntamente da Ismea e Unione Italiana Vini, che attesta la produzione a 43,5 milioni di ettolitri, con una flessione del 12% rispetto all’annata precedente (49,6 milioni di hl). “Questo dato – specifica Arturo Semerari, presidente Ismea – elaborato nella prima settimana di settembre, rivede verso il basso le nostre stime di inizio estate, che comunque avevano già evidenziato un calo produttivo, in quanto la prolungata assenza di precipitazioni, congiuntamente ad altre avversità atmosferiche, ha influito notevolmente. Dopo le anomalie legate alle temperature decisamente sopra la media, sia in inverno sia in primavera, anche l’estate ha portato il suo buon carico di problemi ai vigneti, spaccando in due l’Italia. Le regioni settentrionali, infatti, hanno avuto un agosto costellato da numerose precipitazioni anche a carattere temporalesco, con grandinate a macchia di leopardo, mentre al Sud il clima ha continuato ad essere caldo e siccitoso”.
Le operazioni vendemmiali, in linea con quanto già previsto agli inizi dell’estate, hanno preso l’avvio in tutta la Penisola nella prima metà di agosto. L’anticipo di 15-20 giorni, stimato mediamente per le prime fasi fenologiche, si è sostanzialmente mantenuto anche per l’invaiatura.
“La campagna attuale – spiega Andrea Sartori, presidente dell’Unione Italiana Vini – per volumi produttivi potrebbe essere paragonata a quella del 2003, ma al di là di questa similitudine, che potrebbe assegnare la maglia nera all’una o all’altra, le due annate hanno avuto un decorso molto differente. Mentre infatti nel 2003 la flessione produttiva era quasi interamente attribuibile a un’estate torrida estesa a tutta la Penisola, che aveva anticipato la maturazione e innalzato la gradazione delle uve, l’annata 2007 è stata caratterizzata da una precocità già nelle primissime fasi, mentre il clima di agosto, piuttosto instabile soprattutto al Nord, non ha favorito le alte gradazioni delle uve. Le regioni settentrionali, infatti, sono state investite da parecchie manifestazioni temporalesche accompagnate anche da grandinate, rendendo peraltro difficoltoso l’ingresso nelle vigne per le operazioni vendemmiali; al Sud invece i problemi sono arrivati dal caldo, anche se non sono mancate le grandinate”.
Sul fronte fitosanitario da segnalare i gravi problemi legati alla peronospora che già agli inizi di luglio avevano fatto temere per un netto ridimensionamento della produzione siciliana. Nel mese di agosto si sono verificati attacchi di questo patogeno anche in altre aree del Sud, mentre al Nord si è avuta una limitata presenza di oidio.
Scendendo nel dettaglio regionale, si osserva come le flessioni produttive, sebbene di diversa intensità, siano una componente comune a tutta la Penisola. Poche, infatti, sono le regioni che si sono mantenute in linea con le produzioni dello scorso anno, e solo per il Friuli Venezia Giulia si stima un incremento. In generale, comunque, i problemi maggiori si riscontrano nel Meridione.
In allegato il dettaglio regionale
Piemonte. Iniziando l’analisi dalle regioni del Nord-Ovest, si osserva come per il Piemonte Ismea e Uiv stimino una riduzione produttiva (-5%), dovuta essenzialmente ad un’allegagione non ottimale. La riduzione sembra comunque più consistente nell’Astigiano, mentre nel Cuneese la perdita di uva potrebbe essere compensata da recuperi nelle rese. La grandine ha colpito con la solita casualità e in due epoche: in tarda primavera, con danni che si sono tradotti in diradamenti precoci, e in agosto, con minore intensità ma con maggiori problemi di contenimento degli effetti complementari quali i marciumi. Danni da grandine si segnalano, ad esempio, nella zona di produzione del Nebbiolo da Barolo.
Dopo le prime fasi fenologiche, che si erano presentate in netto anticipo rispetto alla media, gli alterni andamenti meteo del mese di agosto hanno rallentato la corsa della vite e l’anticipo acquisito si è ridotto a due settimane circa. L’invaiatura è stata, comunque, precoce e ottimale. Il livello qualitativo si prevede elevato, in virtù del clima che ha caratterizzato l’estate piemontese, con forti escursioni termiche tra il giorno e la notte anche nei mesi di luglio e agosto.
Le gradazioni zuccherine delle uve si annunciano mediamente buone, ma non eccessive. Sulle uve bianche astigiane, invece, potrebbero essere registrate gradazioni superiori di due o tre gradi babo, naturalmente laddove la raccolta è effettuata al giusto livello di maturazione. Per quanto riguarda le malattie del vigneto, a parte qualche problema legato all’oidio, i viticoltori piemontesi non hanno dovuto fronteggiare particolari avversità.
Lombardia, Liguria e Valle d’Aosta. In Lombardia la perdita stimata è abbastanza contenuta (-5/0%). Il grande anticipo delle prime fasi fenologiche è stato decisamente ridimensionato, anche se con marcate differenze tra le diverse zone, spostando l’inizio della vendemmia a 10-15 giorni prima della media. In provincia di Brescia si è già conclusa la raccolta delle uve base spumante in Franciacorta, registrando una buona qualità e quantità nella media. In provincia di Pavia la raccolta è iniziata in anticipo per basi spumante e varietà precoci, mentre le varietà più tardive potrebbero riallinearsi alle normali date di vendemmia. L’annata è stata particolarmente secca, ma non torrida. La qualità è buona. Non si registrano particolari problemi legati ad attacchi di patogeni. Solo l’oidio ha destato qualche preoccupazione, ma è stato prontamente arginato con i dovuti trattamenti.
Anche la Liguria ha registrato una perdita produttiva limitata (-5%). L’anticipo si è ridotto e la fase dell’invaiatura si è verificata con un massimo di 15 giorni. In vendemmia si è registrato nelle uve un buon equilibrio tra zuccheri e acidi soprattutto in quelle del Levante. La minor produzione rispetto allo scorso anno è interamente attribuibile alla siccità che ha ridotto la dimensione degli acini. Tra i patogeni si segnala solo qualche attacco di oidio e tignoletta.
La Valle d’Aosta dovrebbe, invece, allineare la produzione 2007 a quella dello scorso anno. L’anticipo è di circa 10-15 giorni per l’invaiatura, la maturazione e per l’inizio della vendemmia. Si segnala qualche attacco di peronospora, ma in generale la qualità si prospetta buona.
Veneto e Trentino. In Veneto, dove Ismea e Uiv stimano una produzione in lieve flessione rispetto allo scorso anno (-5/0%), la vendemmia è iniziata con almeno 15 giorni di anticipo. Anche l’invaiatura e la maturazione, infatti, hanno mantenuto gran parte della precocità accumulata nelle fasi fenologiche precedenti. Qualche problema è arrivato dallo stress idrico, peraltro riassorbito dalle piogge estive che potrebbero far recuperare, almeno in parte, peso alle uve. Le piogge, però, in alcuni casi sono state accompagnate anche da grandinate come quelle che in tempi diversi hanno colpito la zona del Prosecco e, con particolare violenza, recentemente la Valpolicella. Ad incidere sui volumi di vino ottenuti sono essenzialmente le basse rese delle uve, mentre le gradazioni sono elevate, tranne quelle delle uve Prosecco, la cui vendemmia è iniziata con più anticipo rispetto alle altre. Nessuna segnalazione rilevante sul fronte fitosanitario.
Tra le poche regioni per le quali si stima una produzione sostanzialmente in linea rispetto allo scorso anno c’è il Trentino Alto Adige. In Trentino, dove l’invaiatura e la maturazione hanno mostrato un ottimo decorso, la vendemmia è iniziata nella prima settimana di agosto con lo Chardonnay base spumante, 20 giorni prima rispetto al 2006. Le piogge hanno costretto i viticoltori ad accelerare le operazioni vendemmiali per il timore che sui grappoli maturi si insediassero focolai di marciume da botrite o di marciume acido. A metà agosto è iniziata la vendemmia delle uve Chardonnay, destinate a vino tranquillo, e Pinot grigio. A seguire, nella prima settimana di settembre sono iniziati gli stacchi dei grappoli di Müller Thurgau e delle prime uve rosse Merlot e Teroldego. Sarà poi la volta delle uve Cabernet Franc e Cabernet Sauvignon a maturazione più tardiva per le quali si prevede un buon livello qualitativo se il clima favorirà la completa maturazione anche per quanto riguarda il corredo polifenolico. In generale la qualità delle uve trentine è da considerasi in una scala tra il buono e l’ottimo, non avendo subito, peraltro, alcun danno rilevante da patogeni.
Anche in Alto Adige l’anticipo della vendemmia è stimabile in circa 20 giorni. L’invaiatura e la maturazione sono da considerarsi buone e anche la raccolta ha avuto inizio senza particolari problemi. Tra le crittogame si segnala solo qualche attacco di peronospora, prontamente circoscritto, e anche i danni da grandine sono risultati poco rilevanti. La quantità delle uve potrebbe essere di poco superiore a quella dello scorso anno, ma con una maggiore gradazione zuccherina. Ottime le aspettative sulla qualità.
Friuli Venezia Giulia. Il Friuli Venezia Giulia, come anticipato, è l’unica regione per cui si stima una crescita (+5/10%). Nelle zone maggiormente colpite dalla siccità primaverile si è notata una minore fertilità nelle gemme, ma il maggior peso dei grappoli ha permesso di recuperare eventuali perdite causate dalle gemme sterili. Da segnalare anche alcuni danni provocati dalle grandinate di inizio luglio. Le diverse fasi fenologiche si sono succedute in condizioni buone, dalla fioritura all’invaiatura, mantenendo fino all’inizio della vendemmia un anticipo di circa tre settimane. Le uve base spumante, infatti, sono state vendemmiate a partire dalla seconda settimana di agosto, seguite dalle altre varietà precoci, come il Pinot grigio, per entrare poi nel vivo della vendemmia delle bianche nell’ultima settimana del mese. La maturazione dei grappoli è stata favorita dalle prime piogge d’agosto e la sensibile escursione termica ha contribuito allo sviluppo delle sostanze aromatiche in tutte le varietà.
Lo stato fitosanitario, grazie alle condizioni meteo favorevoli, è ottimale. Da registrare alcuni attacchi di fillossera su foglie dei vigneti impiantati a Tocai e Verduzzo e un leggero aumento di insetti dannosi, quali cocciniglia e tignola, controllati però con trattamenti specifici.
Emilia Romagna. Si ritorna, invece, al segno negativo per l’Emilia Romagna (-10%). L’anticipo registrato nelle prime fasi dello stato vegetativo si è ridotto per l’invaiatura e la maturazione e ora è stimabile in circa 10 giorni. La siccità ha influito sulle rese dell’uva in misura stimabile in -15% in collina e -5/10% in pianura, rispetto al 2006. Tale fenomeno ha cominciato ad essere quantificabile dopo l’invaiatura e con la maturazione, quando è stato possibile valutare il corretto o meno sviluppo dell’acino. Anche la grandine ha contribuito, sebbene limitatamente, alla perdita di prodotto. Buone invece le aspettative in merito alla qualità, in quanto sia gli attacchi di peronospora che di oidio sono stati controllati preventivamente con la difesa integrata. Solo in alcuni vigneti nei quali la lotta integrata non è stata fatta nei tempi previsti si riscontrano, anche nelle aree di pianura, attacchi di oidio che, soprattutto nelle varietà tardive, potrebbero favorire la botrite.
Toscana e Umbria. Flessioni produttive si registrano, sebbene con intensità diverse, anche nelle regioni centrali. In Toscana (-5/10%) la minor produzione è da attribuire soprattutto alla prolungata assenza di precipitazioni. L’anticipo di 10-15 giorni delle prime fasi si è mantenuto quasi inalterato anche alla fine del ciclo vegetativo. La vendemmia è, infatti, quasi terminata per le bianche precoci, mentre per il Sangiovese si attende, probabilmente, la fine della seconda settimana di settembre. Il vigneto toscano non ha registrato altri particolari problemi legati alle avversità atmosferiche e la qualità delle uve è da collocarsi tra il buono e l’ottimo.
La vendemmia 2007 sarà più scarsa della precedente anche per i produttori dell’Umbria (-5/10%). L’andamento meteo nei mesi di luglio e agosto è stato caratterizzato da scarsissime precipitazioni e temperature elevate che hanno determinato, oltre al calo produttivo, un’accelerazione nella maturazione delle uve, che si è andata ad aggiungere all’anticipo vegetativo delle viti determinatosi nei primi mesi dell’anno. Sul fronte qualitativo, sono rientrate le preoccupazioni primaverili per la peronospora e in vendemmia le uve si sono presentate senza particolari problemi fitosanitari. La qualità si prevede quindi molto buona, con un giusto equilibrio dei vari elementi e un adeguato grado zuccherino.
Lazio e Marche. Rispetto a Umbria e Toscana le perdite stimate per il Lazio risultano più consistenti (-10/15%). Tale flessione è da imputare in primo luogo ai temporali primaverili che hanno condizionato sia la fioritura che l’allegagione, regolando in modo naturale la quantità dei grappoli presenti sulle viti e rendendoli più spargoli. A questo si è aggiunto un lungo periodo di siccità (in alcune zone non è piovuto per ben tre mesi) e un clima molto caldo. La qualità delle uve risulta comunque buona. L’incidenza delle malattie è stata quasi nulla, con scarsi rischi di peronospora, mentre è appena più alta l’attenzione all’oidio (soprattutto per la Malvasia di Candia che ne è particolarmente soggetta), ma le uve sono in generale sane, e i passaggi per i trattamenti in vigna sono stati meno frequenti del solito.
Flessione produttiva piuttosto importante anche per le Marche (-15/20%) ed è sempre imputabile al clima siccitoso, che ha influenzato il regolare sviluppo degli acini. I grappoli più spargoli e leggeri hanno, quindi, determinato una minor resa in vino. L’anticipo in vendemmia è calcolabile in due settimane circa, dopo una buona fase di invaiatura e di maturazione. La gradazione delle uve è superiore a quella dello scorso anno. Sono ottimistiche le aspettive sulla qualità, grazie anche all’andamento stagionale che non ha favorito lo sviluppo di agenti patogeni e che ha limitato il numero degli interventi di difesa integrata.
Abruzzo. A due cifre anche la flessione stimata da Ismea-Uiv per l’Abruzzo (-15/20%), dove la siccità ha giocato un ruolo fondamentale in tutto lo sviluppo vegetativo delle viti. Il freddo ha penalizzato l’allegagione. Le fasi finali, dall’invaiatura alla maturazione, invece, non sono state particolarmente influenzate negativamente dalle condizioni meteo. Lo stato fitosanitario del vigneto abruzzese è in generale molto buono, fatta eccezione per alcuni attacchi di oidio, non tempestivamente arginati dagli interventi di lotta integrata. La gradazione delle uve risulta nella norma.
Puglia e Campania. La vendemmia 2007 registra, comunque, le maggiori perdite produttive nelle regioni meridionali, a partire dalla Puglia (-20%). Importanti flessioni si registrano sia nella parte settentrionale sia nel Salento. A condizionare l’annata hanno concorso una serie di eventi: la siccità prima, poi forti precipitazioni accompagnate da grandinate e, infine, virulenti attacchi di peronospora, soprattutto nella parte meridionale della regione. L’anticipo vegetativo segnalato per le fasi di fioritura e allegagione si è mantenuto anche nell’invaiatura, con una vendemmia iniziata circa due settimane prima della media.
La siccità è alla base della flessione produttiva anche della Campania (-10/15%). Solo in giugno, dopo forti piogge, si era sperato nella costituzione di buone riserve idriche e nell’arresto del forte anticipo accumulato fino a quel momento. Luglio è stato invece molto caldo con minime stagionali al di sopra della media, per cui la pianta ha ripreso un forte sviluppo. La crescita fisiologica delle viti è rientrata in condizioni normali in agosto che, seppure caldo e siccitoso come luglio, è stato caratterizzato da forti escursioni termiche tra la notte e il giorno che hanno riportato la fase vegetativa quasi nella norma riducendo a 7-8 giorni l’anticipo previsto.
Le condizioni sanitarie dell’uva sono buone, i grappoli e gli acini sono inferiori alla media, la polpa è più concentrata e di conseguenza si prevede che le gradazioni zuccherine saranno più elevate del 2006.
Molise, Basilicata e Calabria. Si mantiene sulle due settimane, invece, l’anticipo della vendemmia in Molise, dove la produzione si stima comunque in forte calo (-20%) a causa di una siccità prolungata. Le fasi di invaiatura e maturazione sono ritenute, comunque, buone. Stesso giudizio per la qualità delle uve, che non hanno avuto rilevanti attacchi di patogeni.
Anche per Basilicata (-20%) e Calabria (-10/15%) le flessioni risultano particolarmente significative soprattutto nelle zone dove non si è potuto intervenire con irrigazioni di soccorso. In Calabria la qualità delle uve è discreta, anche se rimane da superare l’ultima generazione della tignoletta.
Sicilia e Sardegna. E’ la Sicilia, secondo le stime Ismea-Uiv, a detenere la peggior performance in termini di volumi prodottivi (-30%). Già dall’inizio dell’estate si sapeva che quella del 2007 sarebbe stata un’annata molto avara sul piano dei volumi. La virulenza inaspettata degli attacchi di peronospora che hanno colpito in primavera il vigneto regionale ha stroncato sul nascere le aspettative dei produttori siciliani. La provincia più colpita da tale patogeno è stata Trapani, la più produttiva dell’isola. In queste zone un’invaiatura mediocre ha ulteriormente influito negativamente sulle previsioni produttive pessimistiche già formulate nello scorso mese di luglio. Le alte temperature e lo scirocco di fine agosto non hanno certo, poi, contribuito a migliorare la situazione.
Nelle zone non colpite da peronospora e dove è stato possibile praticare l’irrigazione di soccorso la qualità delle uve è buona, mentre il grado zuccherino è nella media. Nell’isola il fenomeno dell’anticipo vegetativo, che ha contraddistinto molte altre regioni, si limita a circa una settimana rispetto alla consuetudine.
Anticipo contenuto anche per la Sardegna, che a differenza della Sicilia vanta una produzione stabile rispetto al 2006. L’invaiatura è stata buona e la maturazione è stata favorita dal caldo, dal maestrale e da una buona escursione termica tra il giorno e la notte che hanno caratterizzato la terza settimana di agosto. A parte alcuni focolai di peronospora, non ci sono stati particolari problemi legati alle tradizionali crittogame delle viti, per cui la qualità è in generale molto buona, con una gradazione raramente superiore alla media.
Produzione italiana di vini e mosti (000 hl)
2005 2006 2007* Var. %
Piemonte 3.054 3.229 3.068 -5
Valle d’Aosta 20 20 20 =
Lombardia 1.100 1.081 1.049 -5/0
Trentino Alto Adige 1.057 1.159 1.170 =
Veneto 7.093 7.208 7.027 -5/0
Friuli Venezia Giulia 1.159 1.014 1.105 +5/10
Liguria 84 77 74 -5
Emilia Romagna 6.608 6.768 6.152 -10
Toscana 2.780 2.978 2.800 -5/-10
Umbria 998 1.103 1.032 -5/-10
Marche 1.206 1.090 905 -15/-20
Lazio 2.362 2.316 2.026 -10/-15
Abruzzo 3.469 3.233 2.716 -15/-20
Molise 390 376 300 -20
Campania 1.826 2.020 1.777 -10/-15
Puglia 8.348 7.397 5.917 -20
Basilicata 267 246 197 -20
Calabria 539 484 423 -10/-15
Sicilia 7.283 6.974 4.882 -30
Sardegna 924 859 859 =
Italia 50.566 49.631 43.499 -10/-15
Fonte: Istat; *Previsioni Ismea-Uiv al 7 settembre 2007