Cresce a giugno il ritmo delle esportazioni italiane. Secondo i dati Istat, nei primi sei mesi del 2007 l’Italia ha esportato vini nel mondo per un valore di 1,6 miliardi di euro, in crescita del 12% rispetto al corrispondente periodo dell’anno scorso, e con la prospettiva entusiasmante di battere il record del totale 2006, quando l’export toccò i 3,1 miliardi. Buona la crescita anche per i quantitativi, +15% a 925.000 tonnellate.
Positive le vendite nell’Unione europea a 25, cresciute del 14% in valore (852 milioni di euro) e del 16% a volume (683.000 tonnellate), così come le esportazioni verso i Paesi terzi, con un +9,8% in valore, a 759 milioni di euro, e un +11% in volume, a 241.000 tonnellate.
“E’ l’ennesimo segnale di forza di un settore straordinario e trainante per tutto l’agroalimentare – afferma Andrea Sartori, presidente dell’Unione Italiana Vini – ma questo successo all’estero, che ormai è la norma, non deve farci dimenticare che in Italia lo scenario è ben diverso, con consumi fermi, se non in ribasso da anni, e l’ombra di possibili provvedimenti normativi che potrebbero penalizzare ulteriormente l’immagine di un prodotto che è e resta patrimonio di tutti, perché dà lavoro a centinaia di migliaia di persone, genera reddito, assicura entrate importanti per il Fisco, contribuisce alla salvaguardia dei territori. Dobbiamo trovare tutti insieme, imprenditori, politici, parti sociali – conclude Sartori – il modo di coniugare il diritto alla salute e il diritto a essere consapevoli di ciò che si beve”.
Venendo al dettaglio dei principali Paesi di destinazione del nostro vino, si segnalano ottime performance: +13% in Francia (43,2 milioni di euro), +11% in Germania (344 milioni), +21% nel
Regno Unito (205 milioni), +8% in Danimarca (42 milioni), +17% in Svezia (34 milioni), +16% in Finlandia (7,5 milioni), +7% in Austria (31 milioni).
Fuori dall’Ue, ottimi risultati negli Usa, cresciuti del 6% a 411 milioni di euro, e straordinario balzo sul mercato russo, che passa da un anno all’altro da 9 a 20 milioni di euro, con una crescita del 122%. Va benissimo anche la Cina, salita a 5,6 milioni di euro per un aumento del 56%. Segni più anche in Norvegia (+19%) e in Canada (+2% a 86 milioni).