Per la tradizionale mostra nazionale degli allevamenti bovini di razza Chianina, che si tiene in provincia d’Arezzo si potrebbe anche dire dalla pratica alla teoria, perché tra le varie iniziative collaterali all’esposizione (esposizione che poteva costituire la teoria) ce ne sono state due (rappresentative della pratica), incentrate sulla degustazione di preparazioni gastronomiche a base naturalmente di carne Chianina IGP Vitellone Bianco dell’Appennino Centrale.
Una che ha visto agriturismi e ristoranti di Sestino e Badia Tedalda – comuni situati nel cuore della zona Chianina – impegnati nel proporre menù a prezzo fisso a base di piatti realizzati con quella pregiata carne.
Una dimostrazione di come possa questa mettere in moto la fantasia di rinomati chef, c’è stata la sera prima dell’inaugurazione della mostra di bovini, quando all’ Hotel La Balestra di Sansepolcro sono state presentate degustazioni, dall’antipasto al dolce, il tutto a base di Chianina. Ce n’era nel sugo che accompagnava delle lasagnette, in un brasato a base di coda cucinata con sedano rapa e cioccolato e perfino in una gelatina che ha completato una bavarese di ricotta con miele del Casentino.
La parte teorica – a Ponte Presale-Sestino – ha invece compreso una serie d’interventi e convegni tutti mirati all’approfondimento di temi inerenti l’antica razza dei giganteschi bianchi animali i cui allevamenti sono situati in Umbria, Lazio e Toscana con una prevalenza nella provincia d’Arezzo e nella Valtiberina tutta.
La mostra degli animali ha suscitato il consueto interesse di grandi e piccoli e una nutrita partecipazione di allevatori interessati all’acquisto di capi d’allevamento ha partecipato all’attesa Asta dei vitelli e vitelle da ristallo e di manze da riproduzione.
Sono stati venduti quasi tutti i quaranta capi presentati con prezzi anche notevolmente superiore alla base d’asta.
Durante la permanenza – dal 26 al 29 settembre – negli spazi espositivi di questa mostra nazionale degli allevamenti bovini di razza Chianina organizzata dall’Associazione Provinciale Aretina Allevatori di Arezzo (APAAR) e dall’ANABIC (Associazione Nazionale Allevatori Bovini Italiani da Carne), gli animali sono stati osservati non solo nell’aspetto ma anche da un punto di vista tecnico che ha portato il Giudice Unico Elisa Lenzi ha giudicare i migliori capi e gruppi partecipanti ai concorsi previsti nella mostra.
Considerati fin nei minimi particolari i vari canoni di valutazione – caratteri di razza, muscolosità, dimensioni, arti e struttura – il verdetto del Giudice ha premiato come miglior soggetto in mostra il chianino proveniente dall’Azienda agricola Cipriani G. e Rubechi L. di Rassina – Castel Focognano (AR).
Tra i migliori gruppi il primo premio è andato invece alla Forestale e cioè al MI.PA.F.C.F.S. Ufficio Territ. Biodiversità di Badia Tedalda-Pieve S. Stefano (AR). Il secondo premio è andato all’azienda Tosti Giovanni e Angela Ercoli di S. Faustino-Pietralunga (PG) e il terzo premio è stato attribuito agli animali di Marcello Gori e Ravassa M.C. di Badia Tedalda (AR).
A questi premi si sono aggiunti quelli (messi in palio ambedue dall’APA di Arezzo) dei concorsi speciali: Trofeo “Silvio Datti” a cui erano ammessi i migliori vitelli e vitelle facenti parte di uno o più gruppi a concorso e Trofeo “Mario Casini” riservato alle migliori manze, tutti naturalmente segnalati dal Giudice Unico.
Vincitori del Trofeo Silvio Datti riservato “ai migliori vitelli e vitelle facenti parte di uno dei gruppi appartenente sia a gruppi al pascolo che a stabulazione libera, ” sono risultati: la Cooperativa di San Patrignano di Ospedaletto di Coriano (in provincia di Pesaro ed Urbino); Alessandra Casini della fattoria Ponte al Ramo (AR) e l’allevamento di Ferri Marini Libero di Sestino.
Quest’ultimo allevamento ha vinto anche il Trofeo Carlo Casini riservato alle due migliori manze appartenenti anch’esse sia a gruppi al pascolo che a stabulazione libera.
Angela Tumminelli
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