Un incontro tra i vertici del Banco di Sardegna e il ministro dell’agricoltura Paolo De Castro. E’ la nuova tappa dell’intricata vicenda delle oltre cinquemila aziende sarde che rischiano di scomparire e di essere vendute all’asta. La notizia dell’incontro, che si terrà il 30 ottobre prossimo, arriva in concomitanza con la decisione dell’assessore all’agricoltura della Sardegna Francesco Foddis durante il Consiglio regionale di intervenire sul disegno di legge che, con una variazione di bilancio, incrementa da 19 a 36 milioni di euro i fondi per il piano di sviluppo rurale, quale anticipazione della Regione per consentire all’Agea (l’agenzia per l’erogazione in agricoltura) di distribuire agli agricoltori i fondi per il piano 2000-2006. Sempre in giornata il Banco di Sardegna ha tenuto a precisare che finora “solo in rarissimi casi, essendo risultati impossibili accordi bonari, ha dovuto ricorrere alla vendita dei beni, talvolta in concorso con altri creditori”. E che “sempre in tali casi il Banco di Sardegna ha dovuto sopportare delle perdite". Stamani, infatti, l’istituto presieduto da Franco Farina ha tenuto a precisare la propria posizione che, seppure sia legittima è molto impopolare in questo periodo nell’isola. Intanto, a Cagliari, durante il consiglio regionale, il consigliere dell’Udc Roberto Capelli ha suggerito che i crediti bloccati non riscuotibili dal Banco di Sardegna vengano acquisiti con una “svalorizzazione del 40 per cento” dalla Società finanziaria industriale rinascita Sardegna che potrebbe poi cederli agli stessi agricoltori con un piano di rientro a medio-lungo termine e non più a breve termine. Una crisi, quella delle aziende sarde che ha colpito l’opinione pubblica nazionale, con l’inizio dello sciopero della fame (il 2 ottobre scorso) da parte di una delegazione del Comitato di lotta nel paesino di Decimoputzu, in provincia di Cagliari. La protesta è scattata a causa del mancato confronto fra Governo e Regione e con la richiesta (ottenuta) di bloccare la vendita delle aziende. Il blocco delle aste durerà fino al 31 luglio 2008: fino ad allora sarà una commissione specifica a dover indicare e trovare le soluzioni per poter affrontare nelle sedi opportune questa emergenza. Tra gli obiettivi, oltre quello di instaurare un dialogo con le istituzioni nazionali, il possibile riconoscimento dello stato di crisi dell’intero settore agricolo come indicato dalla Commissione della Camera. E non è da escludere la nomina di un commissario proprio come è avvenuto in Campania per l’emergenza-rifiuti. In attesa di ulteriori sviluppi, contadini e pastori coinvolti nella vicenda attendono nei prossimi giorni l’arrivo di Beppe Grillo, mentre senza sosta arriva la solidarietà dalle forze e dalla società civile. Intanto, però lo sciopero della fame continua.
Susanna Danisi