Inaugurato sabato scorso a Montevarchi il primo mercato alimentare a ‘filiera
corta’, aperto tutti i giorni fino alle 21 e sostenuto dal programma regionale
per la valorizzazione dei prodotti agricoli toscani. Un progetto che mette a disposizione del territorio oltre tre milioni di euro per avviare trentasei iniziative di filiera corta: 16 mercati, 14 spacci con apertura quotidiana, 3 negozi nei musei e 3 accordi fra categorie per corner shop in ristoranti, alberghi e negozi
della Toscana. "Con questa iniziativa finisce la caccia al tesoro a cui fino ad oggi sono stati costretti i consumatori alla ricerca del mix virtuoso composto da cibo di qualità,
sicurezza alimentare e rispetto dell’ecosistema" – ha affermato Susanna Cenni, assessore regionale all’agricoltura intervenendo all’inaugurazione del mercato di Montevarchi, uno spazio che fino ad oggi ha coinvolto oltre 50 piccole imprese per un giro di affari di 30.000 euro ad edizione."Favoriamo in un unico luogo, quello tradizionale del mercato in piazza, il rapporto diretto fra produttori e consumatori per accorciare il numero degli intermediari commerciali e far scendere così il prezzo finale della merce. Prezzo che per altro monitoreremo costantemente per evitare abusi" – ha detto
l’assessore Cenni. "Grazie al progetto ‘filiera corta’ non dovranno essere più i consumatori a spostarsi, sono le aziende che vengono in città a vendere, a presentare i loro prodotti e ad illustrare i loro sistemi di produzione e le differenze con la merce che arriva dall’altro capo del mondo disponibile in ogni
supermercato". "Obiettivo di queste azioni è quello di allargare le opportunità di mercato per i
nostri produttori – ha continuato Susanna Cenni – ma anche di consentire ai cittadini toscani di fruire sempre di più di ciò che produce la nostra terra, a prezzi equi e controllati". Esperienze di questo tipo hanno già dato ottima prova
di sé sul territorio toscano e con la costituzione della rete della filiera corta – promossa dalla delibera regionale 335 del 14 maggio 2007 dopo una attenta e scrupolosa consultazione con tutte le categorie interessate al progetto – le
iniziative vengono sostenute, coordinate e promosse con il fine di stimolarne anche di nuove. "Siamo consapevoli come questa soluzione non sia la panacea per la nostra agricoltura – ha concluso l’assessore Cenni – ma una risorsa che
può essere molto preziosa in termini di redditività soprattutto per i piccoli
produttori. Un’ottima opportunità per consolidare il rapporto di collaborazione tra tutti i soggetti che si adoperano sul territorio per la produzione, la trasformazione e la distribuzione dei prodotti di qualità toscani". Filiera corta, le esperienze in corso – Il mercato della ‘filiera corta’ nasce negli Stati Uniti negli anni ’70, un mercato tutt’ora in grande espansione. In Toscana l’idea del mercatale è stata rilanciata negli ultimi anni con la creazione del mercatale di Montevarchi e di quello di Bibbiena, nati con il sostegno e la supervisione di Arsia, che si sono aggiunti a altri mercati contadini che esistono da tempo: la Fierucola di Firenze e di Prato, il Pagliaio di Greve in Chianti, il mercato contadino di Pisa, la Zucca barucca di Pistoia, il mercato biologico di Cecina e quello di Siena, Colori e sapori di Vicchio (Firenze). I mercati hanno dimensioni che oscillano tra 30 e 60 produttori presenti. Ma accanto a quella dei mercatali sono cresciute anche altre esperienze di vendita diretta: dai punti vendita presso le cantine o i frantoi, a quelli diffusi presso oltre 200 aziende biologiche. Inoltre si stanno progressivamente estendendo anche i Gas, i Gruppi di acquisto solidale, cioè gruppi di famiglie che si organizzano per acquistare collettivamente prodotti
alimentari da produttori locali: sino a oggi ne sono stati censiti 66 (di cui ben 24 nella sola area fiorentina).
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