Un massaggio profumato e rilassante al mugolio, un olio essenziale che si ricava dal pino mugo, è l’ultima moda nelle beauty farm delle montagne altoatesine. Ma se l’olio è ricavato da una pianta certificata Pefc, ovvero che rispetta la foresta perché gestita correttamente, si fa anche un bel regalo al nostro ambiente. La pensano così vip e personaggi illustri che trascorrono qualche giorno di vacanza nelle spa e resort della regione: oggi che la sensibilità per un ambiente più tutelato è sempre più diffusa. Oppure nel Monte Amiata, in provincia di Grosseto, si può certificare un violino costruito con legno d’acero, come hanno fatto alcuni maestri liutai provenienti da tutto il mondo. In fondo anche Stradivari per i suoi violini da sogno faceva arrivare del legno selezionato direttamente dalla Val di Fiemme, che oggi è al 90% certificata Pefc.
Assemblea nazionale – Insomma la crescita di Pefc Italia e delle foreste certificate in Italia, come è emerso oggi durante l’assemblea nazionale dell’associazione, che si è svolta a Udine, passa dalle molte applicazioni possibili con i prodotti legnosi dei boschi italiani e non legnosi (funghi, tartufi, castagne e oli essenziali). E durante l’assemblea sono stati riconfermati all’unanimità il presidente nazionale Pierluigi Ferrari e il consiglio di amministrazione di Pefc Italia. “Aumenta la propensione sia da parte di enti pubblici che aziende private – sottolinea il presidente di Pefc Italia Pierluigi Ferrari – a certificare le proprietà boschive, mentre sempre più aziende richiedono di aderire al sistema Pefc. Un fenomeno in forte ascesa che punta ad una maggiore sensibilizzazione etica-ambientale partendo dagli addetti ai lavori, alle istituzioni fino al cittadino-consumatore”.
La certificazione in Italia – L’Italia nel 2008 si è attestata al 14esimo posto mondiale, per la certificazione Pefc, subito dopo il Brasile, grazie al 7 per cento di boschi certificati per la loro buona gestione, in piena media mondiale. E’ vero che in Europa abbiamo dei “mostri sacri” come Finlandia (95%), Austria (80%) e Germania (75%), ma è anche vero che il nostro Paese, è solo dal 2003 con la certificazione del Monte Amiata grossetano (2.913 ettari di superficie certificata Pefc) che ha intrapreso questo percorso e oggi è a 660mila ettari di foreste e piantagioni certificate, pari appunto al 7 per cento della superficie boschiva nazionale. Punta di questo iceberg il Trentino Alto Adige con 510mila ettari; seguito dal Friuli Venezia Giulia (76mila ettari), Veneto (35mila), Piemonte (27mila) quindi la Toscana con quasi 3mila ettari certificati.
I settori interessati – I settori produttivi più rappresentativi sono le segherie, il commercio del legno, il taglio dei boschi e legnami, e il parquet e arredi per interni. “Ma sono in forte crescita – sottolinea Antonio Brunori, segretario nazionale di Pefc Italia – le richieste di certificazione per cancelleria, edilizia e del settore carte oltre agli arredi per esterni”. L’assemblea friulana ha inoltre battezzato la 100esima azienda “a marchio Pefc” in tutta Italia: un traguardo importante e prestigioso che va nella direzione di un trend di crescita. Dopo la prima azienda italiana certificata Pefc nel 2002, si è passati alle 13 del 2004 e alle 60 nel 2006, 90 nel 2007.
Ma a cosa serve il marchio? Per le aziende italiane che già lo usano si tratta di una forte leva per l’accesso ai nuovi mercati e uno strumento fondamentale di marketing. E il valore delle basi d’asta del legname aumenta del 30 per cento quando si tratta di legno certificato Pefc, secondo i dati forniti dai proprietari forestali. Nell’autunno di quest’anno, inoltre, come ha anticipato Brunori, Pefc Italia sarà presente al Congresso mondiale Pefc in Australia.
Lorenzo Benocci e Cristiano Pellegrini
nella foto da sinistra il vicepresidente Emilio Gottardo e il presidente Pefc Pierluigi Ferrari