Non c’è diossina nei prodotti provenienti dalla Campania analizzati dal Centro interdipartimentale sulla sicurezza alimentare dell’Università di Siena. I risultati negativi ottenuti da mozzarella di bufala e vaccina, conserve di pomodoro e sughi pronti sono stati resi noti da Silvano Focardi presidente del Centro, docente di Ecologia e rettore dell’ateneo senese. “Nei prodotti analizzati la diossina non è presente a livelli registrabili – ha dichiarato -. Dalla ricerca si evince che nei prodotti delle marche più note e diffuse, sui quali abbiamo svolto le analisi, non c’è traccia di questo inquinante” Un risultato positivo che merita una precisazione: “Vorrei comunque sottolineare – ha detto Focardi – che l’inquinamento da diossina nelle zone della Campania al centro delle cronache di questi giorni non è causato, in via principale, dalle deposizioni atmosferiche derivanti dalla combustione dei rifiuti. Credo piuttosto che gli inquinanti che penetrano nella catena alimentare, e che possono contaminare i prodotti caseari, derivino primariamente dal deposito di materiali e sostanze inquinanti su terreni che negli anni sono stati adibiti abusivamente a discarica, e che sono stati contaminati in profondità”. I risultati scientifici spengono, dunque, l’allarmismo creatosi in questi giorni attorno ai generi alimentari campani e per evitare che la situazione degeneri ancora, il rettore dell’Università di Siena consiglia “una mappatura delle aree di pascolo e di coltivazione nella zona della Campania coinvolta nel problema della gestione dei rifiuti. La sicurezza dei prodotti alimentari di quella zona può essere notevolmente migliorata individuando le zone agricole e di pascolo pericolose, ed escludendole dal circuito produttivo". La ricerca, realizzata con finanziamenti della Fondazione Monte dei Paschi, ha preso in considerazione 50 prodotti confezionati di alcune marche tra le più note, acquistati nei punti vendita della grande distribuzione a Siena.