Non esiste in Campania un caso diossina", era stato categorico il ministro delle politiche agricole Paolo De Castro ieri che per assicurare la bontà delle mozzarelle ne aveva addentata una a favore di telecamera. E oggi è arrivato l’ok della Commissione europea che si dice soddisfatta dei chiarimenti italiani. La portavoce della Commissione Ue Nina Papadoulaki ha detto che l’Unione "ha regole molto specifiche sulla tracciabilità dei prodotti, dalla fabbrica fino al piatto". "Possono essere bloccati solo i lotti che provengono dagli stabilimenti contaminati ed è precisamente quello che stanno facendo le autorità italiane", ha sottolineato. Incassa il risultato il ministro che intervistato oggi a Sky Tg24 dice che si tratta solo di "allarmismo. Stiamo lavorando con la Commissione europea per evitare che questa bolla mediatica crei ulteriori danni al nostro settore agroalimentare italiano e campano in particolare". Nei prossimi giorni – abbiamo intenzione di dando sostengo ai produttori che hanno subito danni (come accadde per l’aviaria) senza colpa e lavoreremo con azioni di marketing per dare informazioni corrette precise ai consumatori che non c’è rischio e che possono stare sicuri e tranquilli".
Il caso Corea e l’immagine dell’Italia – Dunque sembra risolta la questione esplosa con il caso della Corea, che in settimana aveva chiuso le frontiere alle nostre mozzarelle. Potrebbe trattarsi di "triangolazione commerciale", in pratica di contraffazione alimentare. In pratica di bufala non autentica e non italiana ma venduta come tale. Può darsi che si tratti di "speculazione internazionale ai danni dell’immagine dell’Italia, ha detto il capo della Protezione Civile Guido Bertolaso, anche perchè, ha detto, "quando all’estero si può parlare male di noi tutti lo fanno con grande piacere; si specula e si sfruttano situazioni locali".
I pericoli sulla salute – Così come si minimizza sugli eventuali pericoli per la salute umana. "Potremmo mangiare fino a sette chili di mozzarella in un giorno, di quella che non ha superato i controlli per la diossina – ha detto il presidente dell’Inran Carlo Cannella – e non si raggiungerebbe la soglia di tolleranza stabilita dall’Organizzazione Mondiale della Sanita, che è di 4 picogrammi per chilo". Il presidente dell’Inran ha fornito anche rassicurazioni circa l’inesistente pericolo per la salute umana rappresentato dai casi scoperti positivi, per i quali si superano di poco, i livelli di contaminazione consentiti di 3 picogrammi (1 picogrammo equivale ad un miliardesimo di milligrammo), ad eccezione di tre punte massime di 8,01 8,04 e 9,47, per le quali la Regione Campania si è impegnata per nuovi controlli. A fargli eco Antonio Malorni dell’Istituto di scienze dell’Alimentazione del Cnr di Avellino che ha monitorato per due anni le mozzarelle di bufala campana, secondo il quale alimenti a diossine zero non esistono e probabilmente non sono mai esistiti". E tuttavia non si può non ricordare che i controlli hanno effettivamente trovato positivi alla diossina 25 caseifici e 83 allevamenti, sui 1500 attivi.