Hanno raggiunto la quota record di 2.980, e ora puntano verso quota tremila. Sono le aziende biologiche, che in Toscana sono aumentate di 2.223 unità negli ultimi dieci anni (+277%), di 125 nel corso del solo 2007. Segno che nella regione, oltre ad una tradizione consolidata, il biologico trova spazi e sostegni adeguati. La provincia di Siena è quella che destina la maggior porzione della sua superficie agricola al biologico (28.089 ettari, pari al 28% di quella regionale), seguita da Firenze, Pisa, Arezzo. La misura che ha un riscontro diretto sul settore biologico è quella relativa ai “pagamenti per interventi agroambientali”, che prevede tre le sue azioni anche quella di sostenere i sistemi di produzione agricola che hanno un limitato impatto sull’ambiente (come quelli biologici).
I premi per le imprese "verdi" – I premi riguardano l’introduzione e il mantenimento di aziende biologiche, e hanno valori diversi a seconda delle colture, da un minimo di 125 euro a ettaro per le colture foraggere sino ai 600 euro per l’olivo, ai 720 per la vite e agli 840 per il vivaismo. Si tratta di premi tra i più alti tra quelli assegnati nell’ambito dei singoli Psr delle regioni italiane, anche se hanno dovuto tener conto del nuovo metodo di calcolo stabilito dalla commissione europea che ha comportato importi ridotti per tutti gli Stati aderenti. E comunque, gli operatori biologici hanno la possibilità di utilizzare molte altre misure previste dal nuovo Psr, come quelle sull’ammodernamento delle aziende agricole o sulla partecipazione ai sistemi di qualità alimentare. Accanto al Psr la Toscana sta poi perseguendo altre azioni per sostenere questo settore che considera un avamposto delle sue politiche agricole, a partire dalle politiche per la difesa dai rischi di inquinamento genetico e contro gli Ogm, per arrivare alla normativa che favorisce l’introduzione del biologico nelle mense pubbliche e la realizzazione della rete regionale della distribuzione diretta.