La zona di Gambellara, nel comune di Vicenza, è caratterizzata dalla preminente cultura della vite che vive sulle colline da tempi memorabili. Grazie al terreno di origine vulcanica, ricco di fertilità chimica naturale, le uve presentano una ricchezza di zuccheri e di sostanze aromatiche che si riscontrano poi nei vini. Sabato 29 marzo si è tenuta la 39° edizione della festa del capretto e dei Vini Doc di Gambellara con l’assegnazione del premio giornalistico “La strada del Recioto e del Vino Gambellara Doc: un itinerario non solo Di-Vino” assegnato al giornalista Luciano Vanni della rivista “Turismo culturale”.
Gambellara – “Tutti i produttori di Gambellara nascondono una piccola storia che dà il suo contributo per costruire una grande realtà – dice Luciano Vanni – mi sono avvicinato a questo territorio come un vero e proprio viaggiatore alla ricerca di quelle curiosità di cui spesso non si parla molto, perché si preferisce puntare l’attenzione su nomi più affermati. Attraverso il dialogo ed il contatto diretto con i piccoli produttori e la popolazione del posto sono venuto a conoscenza della “vera” Gambellara, un realtà unica che merita un posto di spicco nella produzione italiana. Si percepisce subito che la gente si sente parte integrante del proprio territorio e desidera partecipare attivamente alla promozione dello stesso e le produzioni locali di alto livello ne sono la dimostrazione”. Anche il giornalista Bernardo Pasquali, coordinatore regionale della guida “Vini Buoni d’Italia” Touring Club Italiano, ha affermato la necessità della creazione di un sistema integrato affinché emergano tutte le potenzialità enogastronomiche e turistiche del paese.
Il capretto – La gastronomia è fondamentale per poter apprezzare i vini e uno dei connubi più tradizionali è quello con il capretto locale. La festa del capretto e dei Vini Doc Gambellara ha avuto il suo apice nel pranzo nel quale sono state presentate le proposte dei migliori chef. Questa festa è particolarmente importante perché segna la riscoperta del capretto come tradizione di Gambellara, dato che si sta cercando di valorizzare la sua tradizione di razza autoctona insieme a tutti gli altri prodotti del territorio.