“Rossocube e Biancocube vogliono declinare in modo innovativo il concetto di autoctono portandolo…al cubo!” spiega Stefano Novelli, presidente di Cantina Novelli “Si tratta del blend di tre vitigni autoctoni, nel primo a bacca rossa e nel secondo a bacca bianca. Un messaggio moderno con un packaging nuovo e un prodotto caratterizzato da piacevolezza, bevibilità, moderata alcolicità. A questo si aggiunge un equilibrato rapporto qualità prezzo. Un mix di caratteristiche che lo rendono ideale anche per i giovani consumatori ed i locali serali, che oggi consumano ancora poco vino. Si tratta, insomma, di un prodotto moderno”. Sono vini fruttati, profumati, che esaltano le caratteristiche del frutto autoctono.
È un vino giovane, non si parla di invecchiamento si parla di tempo di trasformazione del frutto in vino, e questo è breve per aumentare le caratteristiche di piacevolezza e di identità con il territorio.
Blend – Rossocube è un blend di Sangiovese, Canaiolo e Ciliegiolo, vitigni molto noti in Toscana ma che in Umbria esprimono caratteristiche diverse. Biancocube è invece il blend di Grechetto, Trebbiano Spoletino e Pecorino. Il segreto? Ognuno dei vitigni esprime il meglio di sé in momenti diversi della vita del vino e questo rende il prodotto “unico “. Rossocube e Biancocube vanno nella direzione di riscoprire un patrimonio varietale umbro che va ben oltre al Sagrantino, sebbene Cantina Novelli dedichi ovviamente molta attenzione al vino simbolo del territorio.
Cantine Novelli – L’azienda tre anni fa ha iniziato il lavoro di recupero e valorizzazione del Trebbiano Spoletino, vitigno storico della Valle Spoletana, per molti anni dimenticato. Recentemente si è chiusa la prima fase della ricerca con l’impianto delle barbatelle frutto del lavoro di selezione. L’evento dell’8 maggio sarà l’occasione per presentarne i risultati.
La ricerca – Una ricerca complessa, condotta in collaborazione con Ager e il prof. Attilio Scienza, che ha portato al recupero e al rilancio di una parte della storia regionale. Non tutti sanno, infatti, che l’Umbria nella storia era conosciuta soprattutto per la produzione di vini bianchi.
L’8 maggio Cantina Novelli presenterà quanto svolto finora e la nuova annata del Trebbiano Spoletino, che è stata “battezzata” sul tetto di Parigi. Proprio così: la prima bottiglia di Trebbiano Spoletino Cantina Novelli, scelta come unico bianco tra migliaia di vini italiani, è stata aperta il 28 marzo in occasione dello show food di Carlo Cracco, tenutosi a Parigi a 110 metri di altezza sulla Grand Arche à la Défense.
Trebbiano spoletino – Sempre il Trebbiano Spoletino è riuscito ad unire la città di Spoleto e quella di Montefalco, storicamente rivali, fino ad arrivare a rappresentare l’Umbria anche a Charleston.
Alcune barbatelle frutto della sperimentazione, infatti, sono state consegnate da Cantina Novelli al Comune di Spoleto e a quello di Charleston, città gemellata con la patria del Festival dei Due Mondi. Possiamo però stare tranquilli: le barbatelle hanno volato oltreoceano “fossilizzate”in una soluzione vitrea. Obiettivo non è quindi esportare il Trebbiano Spoletino rischiando di perdere un patrimonio ma di portare all’estero un simbolo della regione e che tale dovrà rimanere.
Marta Santopolo