Il mondo del vino sta rapidamente evolvendo, si affacciano nuovi stili di consumo che non rispondono più ad aspetti tradizionali, così come c’è una crescente attenzione a tutto ciò che non è “canonico”, soprattutto in termini di packaging. Per competere in questo scenario, che presenta sfide difficili ma al contempo offre grandi opportunità di sviluppo per chi è in grado di coglierne appieno la portata, l’Italia del vino necessita di strumenti innovativi ed efficaci in grado di offrire risposte rapide. È questo in estrema sintesi quanto emerso dal convegno svolto a Verona al termine dell’Assemblea annuale della Confederazione – Unione Italiana Vini, la più rappresentativa associazione del settore vitivinicolo in Italia. Un convegno di respiro internazionale in cui sono stati delineati con esattezza gli scenari attuali e quelli futuri del mercato mondiale del vino.
Nuovi scenari – Scenari inediti, che richiedono, come suggerito dai relatori, grande flessibilità per presidiare nuove fasce di mercato e intercettare tendenze in evoluzione, proprio in termini di packaging e chiusure alternative, come sottolineato da Natalia Posada-Dickson di WaverleyTBS, tra i maggiori importatori e distributori britannici, che ha ricordato come in Inghilterra la grande distribuzione stia già rispondendo a quello spirito innovativo che emerge in ampie fasce del consumo, offrendo contenitori alternativi considerati “eco-friendly”, come bottiglie in vetro più leggere, con minore impatto ambientale, ma anche bottiglie in Pet, tetrapak, lattine, bag-in-box.
Bag in box – Qualcosa incomincia a muoversi anche in Italia, come dimostra il decreto ministeriale di approvazione dei bag-in-box anche per le nostre Denominazioni di origine, ormai in fase di pubblicazione, fortemente voluto dall’Unione Italiana Vini, a dimostrazione della sensibilità al mercato dell’associazione. Ma molto deve essere fatto ancora a livello legislativo per consentire alle imprese più dinamiche di essere sempre più competitive. “Unione Vini – ha detto il suo presidente Andrea Sartori – vuole essere sempre più associazione a 360 gradi: fornisce da sempre servizi strategici tramite i suoi laboratori di analisi, le fiere e l’editoria, ma negli ultimi anni ha intrapreso con sempre maggiore convinzione la strada dell’internazionalizzazione, consapevole del fatto che il contesto in cui si opera e quello in cui vengono prese le decisioni è non solo italiano, non solo europeo, ma mondiale. Per essere competitivi abbiamo bisogno di recepire gli stimoli che ci vengono dai mercati e tradurli in richieste che solo un’associazione forte dei suoi mezzi può poi esprimere ai vari livelli”.
Uiv nel mondo – La conferma dell’autorevolezza che il mondo del vino e quello politico riconoscono all’Unione Italiana Vini è venuta dal parterre che ha partecipato al convegno, in cui, oltre ai soci dell’associazione, era rappresentato il gotha del mondo del vino: dall’Oiv (Organisation internationale de la vigne et du vin, l’Onu del settore), presente con il presidente e il direttore generale, Peter Hayes e Federico Castellucci, al Ceev (Comité européen des entreprises vins), con il presidente Lamberto Vallarino Gancia e il segretario generale José Ramón Fernández; da esponenti della Commissione europea al sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio, Aldo Brancher, dai dirigenti e funzionari del ministero delle Politiche agricole e dell’Istituto per il commercio estero ai rappresentanti delle organizzazioni sindacali agricole (Cia, Coldiretti e Confagricoltura), cooperative (Anca-Legacoop e Confcooperative) e industriali (Federvini e la Fev spagnola), oltre alle rappresentanze di Verona e Provincia: l’assessore all’Agricoltura, il presidente della Camera di commercio e l’Ente Fiera. A condurre i lavori della giornata, Paolo Castelletti, segretario generale della Confederazione – Unione Italiana Vini.