Allarme fra gli apicoltori toscani, e non soltanto purtroppo. Per le api si tratta di una vera e propria moria, le cui cause sono non del tutto chiare. Api disorientate e paralizzate che se ne vanno a morire isolate nelle campagne toscane. “Mi hanno rubato le api”, hanno anche accusato esperti apicoltori trovando le arnie completamente vuote. Non si trattava di furti. Solo che i fitofarmaci di “nuova generazione” sembrano provocare sulle api sintomi diversi rispetto agli insetticidi del passato: non più morti di massa davanti alle arnie, ma morie vere e proprie che paralizzano una ad una le api nelle distese di girasoli. E le morie di questi giorni – in Toscana (dove operano 4mila apicoltori per circa 100mila alveari presenti) la prima denuncia è di quinidici giorni fa ad Albinia, nel grossetano – vanno ad aggiungersi all’andamento climatico degli ultimi mesi che ha provocato un tracollo della produzione di miele di circa due terzi rispetto alle medie degli ultimi cinque anni (10 kg a famiglia di api contro una media 30kg), in primis per le prolungate e tardive piogge sui fiori di acacia. Inoltre preoccupa il taglio deciso dal ministro Tremonti di 2 milioni di euro per il settore apistico nazionale.
Allarme rosso – L’allarme di questi giorni è sulla moria delle api: "Occorre non abbassare la guardia su quanto sta accadendo in Toscana e in particolare in Maremma – sottolinea il presidente della commissione agricoltura del Consiglio regionale della Toscana Aldo Manetti -. Abbiamo rilanciato la richiesta della moratoria dell’utilizzo di semi conciati con sostanze ritenute nocive e ci stiamo attivando proprio per ottenere la moratoria dei fitofarmaci tossici e indennizzi agli apicoltori danneggiati". Anche la Confederazione italiana agricoltori sollecita, in attesa di una verifica scientifica e nel rispetto del principio di precauzione, l’immediata sospensione di alcuni tipi di fitofarmaci soprattutto quelli utilizzati per la concia delle sementi; e misure finanziarie a sostegno degli apicoltori. Per la Cia in Italia è scomparso oltre il 50 per cento del patrimonio apistico, il 30-40% in Toscana: "Le api contribuiscono per oltre l’80 per cento all’impollinazione delle coltivazioni. Non è, quindi, a rischio soltanto la produzione di miele".
La difesa di Agrofarma – Intanto in una nota Agrofarma – l’associazione di Federchimica – sul possibile legame tra moria di api e agro farmaci afferma che "le cause della moria delle api sono molteplici, tra cui la recrudescenza degli attacchi di Varroa, alcuni patogeni, i cambiamenti climatici e tra queste concause l’impiego di agrofarmaci è solo un’ipotesi. Non esistono evidenze scientifiche che dimostrino un nesso di causa".
Preoccupazione di Arpat – In Toscana però, come nella Pianura Padana le stragi di api sembrano avere le stesse cause: "E’ vero – dice Andrea Terreni, presidente dell’Associazione regionale produttori apistici toscani – che i fitofarmaci non sono la sola causa, ma è anche vero che nei girasoli della regione, nel mais del Nord Italia, ma purtroppo anche nelle produzioni orticole come zucchine e meloni, le nostre api muoiono in massa. Stessi sintomi che come associazione abbiamo filmato e documentato. E poi dai primi 40 campioni analizzati dalle Asl di Lombardia e Piemonte in ben 27 sono state trovate sostanze velenose". Pericoli anche per l’uomo?: "Non si escludono – prosegue Terreni – perché queste molecole di insetticidi neurotossici vengono metabolizzate in tutto il ciclo vitale della pianta, anche nei semi, per cui il sospetto è che possono entrare negli alimenti".