L’agricoltura toscana è in pericolo. Il grido da allarme viene dalla Confederazione italiana agricoltori della Toscana durante l’assemblea dei soci che ha visto la presenza del presidente della Regione Claudio Martini. Al via anche una mobilitazione in tutta le regione. Forte preoccupazione per i redditi degli agricoltori, che sono diminuiti dal 2000 al 2007 del 18 per cento (contro un +16% della media europea), mentre nello stesso periodo i prezzi degli alimenti al consumo sono aumentati del 28 per cento. Nel 2007 i costi di produzione sono aumentati del 6%; è aumentata l’incertezza produzioni a causa dei cambiamenti climatici; si moltiplicano i vincoli e condizionamenti dell’attività agricola e il costo della burocrazia soffoca, sempre più, le imprese.. Fra le piaghe più grosse quella della burocrazia: ogni azienda agricola dedica 100 giorni all’anno per risolvere le pratiche amministrative e burocratiche anziché per lavorare nei campi. Una situazione critica che è comune a tutte le province toscane:
"Così non va – ha detto Giordano Pascucci, presidente della Cia Toscana (che conta 85mila iscritti come è emerso nell’assemblea) -, serve un progetto strategico per lo sviluppo del settore, serve un nuovo patto tra agricoltura e società. La situazione purtroppo è di estrema difficoltà ed è generalizzata in tutta la regione – aggiunge Pascucci -; non ci sono differenze sostanziali tra le diverse zone della regione, la preoccupazione degli agricoltori è omogenea. Il Piano di sviluppo rurale può essere una spinta alla ripresa e all’ammodernamento delle strutture, ma da solo non sarà sufficiente per risolvere i problemi, che vanno dal caro gasolio al calo di consumi. La nostra agricoltura ha bisogno di rinnovarsi, solo così – sottolinea Pascucci – potrà essere competitiva sui mercati". Per questo la Cia lancia una fase di mobilitazione a tutela degli interessi e dei diritti legittimi degli agricoltori. Si tratta di un programma di iniziative per contribuire a risolvere i problemi, senza fomentare proteste o agitazioni: si terranno incontri ed assemblee con gli agricoltori in tutto il territorio; segnalazione dei problemi non risolti a partire dai concreti casi aziendali, costituendo “dossier” tematici; incontri con le istituzioni locali e regionali; campagne di sensibilizzazione dei cittadini; presidi, manifestazioni ed altre forme di mobilitazione che si rendano necessarie a sostegno delle richieste degli agricoltori. "Quello che propone la Cia Toscana – ha concluso il presidente Pascucci -, partendo dalla prossima assemblea, è un futuro con più spazio per il settore agricolo. In primis per garantire delle produzioni alimentari di qualità, quindi per garantire lo sviluppo delle aree rurali e per migliorare la qualità della vita di quei cittadini che vivono in quelle aree. E inoltre è importante ricordare che grazie all’agricoltura si tutela l’ambiente e il paesaggio della Toscana". Infine l’intervento del presidente nazionale della Cia, Giuseppe Politi: "Manca un tavolo di confronto per l’agricoltura. Nonostante le promesse del Ministro Zaia, nella finanziaria non c’è niente per l’agricoltura. Inoltre a livello nazionale c’è ultimamente una preoccupante tendenza a distinguere fra le aziende che devono produrre e quelle che “non servono a niente”. Non vorremmo – aggiunge il presidente della Cia – che tutte quelle piccole medie imprese, che fanno multifunzionalità, rientrino fra le seconde, a vantaggio solo delle multinazionali, con il rischio di cadere nell’errore degli Ogm".