“Nel 2001 i danni da fauna selvatica venivano risarciti al 96% del loro valore mentre nel 2007 la quota risarcita è scesa al 57%. Inoltre l’importo messo a disposizione della Regione Emilia Romagna per il risarcimento dei danni quest’anno è inferiore rispetto al 2007, una situazione aggravata dal fatto che la legislazione europea sul prelievo degli storni, ad esempio, pone forti limitazioni al loro contenimento, nonostante questa specie arrechi danni ingenti alle colture ”. La denuncia viene dalla Cia dell’Emilia Romagna che rileva l’incremento della fauna selvatica “ e che si nutre delle coltivazioni agricole” a fronte di un progressivo calo delle risorse per rifondere i produttori.
Contributi a confronto – “Nel 2007 lo stanziamento complessivo a carico del bilancio regionale è stato di 1.950.000 euro ( 500.000 per la prevenzione, 1.150.000 per il risarcimento previsti nel bilancio di previsione e 300.000 per il risarcimento stanziati in sede di variazione di bilancio) a fronte di danni accertati per un valore di 2.500.000”, spiega la Cia. Nel 2008 lo stanziamento complessivo a carico del bilancio regionale è stato (sino ad ora) di 2.150.000 euro (di cui un milione per la prevenzione), ma la Regione ha integrato le risorse a disposizione per la sola prevenzione tenuto conto che alcuni enti delegati (Provincie) da tempo non disponevano più di materiale per la prevenzione (repellenti, reti) e nella convinzione che aumentando la prevenzione sarebbero diminuiti i risarcimenti. “Purtroppo per il risarcimento dei danni la somma disponibile è inferiore al 2007, i danni del 2008 presumibilmente tendono ad aumentare (specialmente quelli da ungulati) conseguentemente si rischia di peggiorare il livello di risarcimento del 2006” prosegue la Cia .
Ricorda la Cia – La Confederazione ricorda anche che la Legge regionale 16 del 2007, all’articolo 17 parla di “…contributi per i danni arrecati alle produzioni agricole e alle opere…”. “Chiediamo quindi alla Regione di integrare il capitolo dei risarcimenti dei danni, prevedere nel prossimo bilancio di previsione (2009) un impegno di spesa adeguato, sia per la prevenzione che per il risarcimento” prosegue l’associazione agricola. Inoltre la Confederazione sollecita, per il prossimo bilancio, un capitolo di spesa, finanziato dalla fiscalità generale, per la prevenzione ed il risarcimento dei danni causati dalla fauna non cacciabile e/o arrecati alle produzioni nelle aree protette dove la caccia è vietata come nei parchi, le oasi e le Zrc (zone di ripopolamento e cattura. “Al fine di individuare nuove risorse disponibili – continua la Cia – si potrebbe richiedere l’adeguamento della tassa di concessione regionale (a carico dei cacciatori), ora ferma a 67 euro da almeno 15 anni”. Infine la Confederazione chiede che vengano ampliate le opportunità di caccia, e quindi che vengano incrementati i prelievi, per le tutte le specie di ungulati che causano enormi danni mettendo in dubbio la possibilità di continuare ad esercitare l’attività d’impresa in vaste aree della collina e montagna.