Ebbene si, è arrivato il cibo prodotto in provetta. La coltivazione di tessuti viventi in laboratorio, grazie alla riprodizione in vitro delle cellule, è una tecnica conosciuta già dalla fine dell’Ottocento.
Ma se le applicazioni fino a oggi si sono concentrate sul campo medico, presto potrebbero estendersi anche al settore alimentare, realizzando ciò che alcuni già definiscono la "carne del futuro".
Dubbi – L’idea di produrre carne senza dover uccidere degli animali riscuote ovviamente il plauso degli animalisti, ma suscita alcune perplessità. Per essere adatta al consumo, la carne ottenuta in laboratorio ha bisogno di esercizio fisico, gli animali hanno bisogno di pascolare e crescere liberi, la carne deve proprio la sua caratteristica consistenza al flettersi e tendersi delle fibre muscolari che gli animali producono con il loro moto, difficle poterlo fare in provetta. Ma pur ammesso che produrre abbondanti quantità di carne in provetta e in tempi brevi sia possibile, resterebbe comunque il problema del sapore, l’ostacolo più arduo, oltre ai costi esorbitanti della produzione. L’alimentazione poi, il clima, tutto il mix per far crescere perfettamente sano l’animale.
L’articolo – Il tema è stato sollevato in un articolo recentemente apparso su US News, dove si torna appunto a parlare di bistecca artificiale, alla luce delle ricerche in corso in alcuni laboratori e partendo da alcune evidenti constatazioni, primo l’appetito del mondo è in continua crescita e la dispensa globale appare ormai inadeguata a farvi fronte.