Quattro week-end di eventi, degustazioni mostre, spettacoli, visite ai siti di produzione. E tanto altro. È quanto promette l’undicesima edizione del Festival del Prosciutto di Parma, in programma dal 30 agosto al 21 settembre, un incontro ravvicinato con il Prosciutto di Parma e i luoghi in cui nasce, per conoscere da vicino un’eccellenza che è a tutti gli effetti uno dei più significativi simboli del made in Italy.
Numeri – Una vetrina importante per un prodotto italiano di qualità il cui indotto coinvolge 167 aziende produttrici, 5.000 allevamenti suinicoli e 3.000 addetti per un giro d’affari complessivo di 1,7 miliardi di euro.
Oltre cinquanta gli eventi previsti, all’insegna della gastronomia, dello spettacolo e della cultura, nei 12 comuni delle colline parmensi appartenenti alla zona tipica di produzione del Prosciutto di Parma, il 30 e il 31 agosto a Calestano, Lesignano Bagni e Neviano Arduini, il 5, 6 e 7 settembre a Langhirano e Tizzano, il 12, 13 e 14 settembre a Collecchio, Felino e Sala Baganza, il 20 e 21 settembre a Parma, il cui ingresso nel Festival rappresenta la grande novità di questa undicesima edizione.
Finestre aperte – Fulcro del Festival, ancora una volta, l’iniziativa “Finestre aperte” che interesserà l’intera zona di produzione, 33 prosciuttifici spalancheranno le porte al pubblico, offrendo la possibilità di assistere al ciclo di lavorazione del Prosciutto di Parma e di partecipare a degustazioni gratuite. Nei centri coinvolti dalla manifestazione saranno allestite come sempre prosciutterie e verande gastronomiche, in cui sarà possibile degustare il “Crudo” di Parma anche insieme ad altri prodotti tipici del territorio. Immancabile, tra le tante opportunità, una visita al Museo del Prosciutto e dei salumi di Parma, realizzato all’interno dell’antico Foro Boario di Langhirano.
La storia – Nato nel 1998 dall’evoluzione della “fiera del prosciutto”, storico appuntamento langhiranese con il “re dei salumi”, il Festival del Prosciutto di Parma ha conquistato negli anni l’interesse di un pubblico sempre più vasto. La forza e il segreto dell’evento stanno nell’eccezionalità del prodotto e nel fascino delle attività di produzione e stagionatura ad esso connesse. Per questo fin da subito il Festival ha puntato sull’apertura al pubblico degli stabilimenti, con visite e degustazioni guidate all’interno dei prosciuttifici per consentire di conoscere e apprezzare “in diretta” le fasi di lavorazione e i segreti secolari di un’autentica opera d’arte della cucina italiana. A inaugurare questa tradizione è stata l’iniziativa “Prosciuttifici aperti” (1999) cui nel tempo si è sostituita l’analoga “Finestre aperte”.