I rincari hanno costretto quattro famiglie su dieci a ridurre l’acquisto di pane, per il quale anche il 2008 sarà un anno “nero”, le previsioni sui consumi parlano di un calo del 2,4% rispetto al 2007, che già aveva registrato una flessione del 6,%. A sostenerlo è la Cia-Confederazione italiana agricoltori che, in occasione dello “sciopero della pagnotta”, proclamato dalle associazioni dei consumatori, ha anticipato i dati di una ricerca sui mutamenti delle abitudini a tavola degli italiani che verrà presentata domani a Genova nel corso della quarta Festa nazionale dell’agricoltura che si chiude domenica prossima.
Prezzo in crescita – Nonostante il calo delle quotazione del grano (tra il 30 e il 40 per cento), il prezzo del pane è sempre in crescita, anche se in maniera meno accentuata rispetto ad alcuni mesi fa. Nello scorso agosto, secondo i dati dell’Istat, l’aumento è stato dello 0,3% rispetto a luglio, e del 12,2% nei confronti dello stesso periodo del 2007. Aumenti che, quindi, hanno costretto le famiglie ha limitare gli acquisti di pane.
Le regioni del Mezzogiorno – Una tendenza che si riscontra soprattutto nelle regioni del Mezzogiorno, dove oltre il 50% dei nuclei familiari hanno portato, nei primi sette mesi del 2008, meno pane sulle tavole. Percentuale che al Centro è del 47%e che al Nord scende al 3%. Una situazione, d’altra parte, denunciata sia dal ministro dello Sviluppo economico Claudio Scajola che da Garante per la sorveglianza dei prezzi, Antonio Lirosi.
Indagine – Sul costo del pane al consumo è stata avviata un’indagine conoscitiva ed è scattata una segnalazione all’Antitrust. Lo stesso Lirosi ha evidenziato che se gli aumenti delle materie prime registrati tra ottobre e febbraio scorsi avevano giustificato gli incrementi del prezzo del pane, ora la situazione è cambiata e quegli stessi fattori impongono un’immediata inversione di tendenza dei prezzi al consumo