E’ ancora crisi per il Parmigiano, la situazione si fa sempre più difficile. “Alla riduzione della produzione dell’ultimo anno ha corrisposto una pesante riduzione delle quotazioni – ha sottolineato Nazario Baattelli, presidente Cia Emilia – invertendo i fondamentali dell’equilibrio domanda-offerta”.
Oligopolio – “L’oligopolio delle cinque centrali d’acquisto, ormai monopolista del mercato, sta abusando del suo potere per mantenere a livelli insostenibilmente bassi i prezzi corrisposti ai fornitori, imponendo loro condizioni inique, determinando il rischio reale della sopravvivenza del formaggio Parmigiano-Reggiano, mettendo in discussione il diritto dei consumatori a conservare questo prodotto, parte del patrimonio culturale del nostro Paese – prosegue Battelli – non si tratta di spingere per aumenti dei prezzi al consumatore, ma evitare che le promozioni e le vendite sottocosto determinino in modo fittizio il valore d’acquisto dai produttori”.
Studio europeo – Il Parlamento europeo nel febbraio scorso ha chiesto alla Dg Concorrenza di avviare uno studio sugli effetti che la concentrazione del settore dei supermercati nell’Ue sta avendo sulle piccole aziende, i fornitori, i lavoratori e i consumatori e, in particolare, di valutare le eventuali violazioni di potere d’acquisto che possono derivare da tale concentrazione e proporre azioni adeguate per tutelare i consumatori, i lavoratori e i produttori da qualsiasi abuso di posizione dominante o da eventuali altri effetti negativi rilevati nel corso del suo studio.
Le istituzioni – È necessaria la stessa attenzione da parte delle Istituzioni, dell’Antitrust e degli organi di controllo comunali sulle modalità con cui la grande distribuzione effettua vendite chiaramente sottocosto di un prodotto alimentare non propriamente deperibile quale è il formaggio Parmigiano Reggiano per il quale non è applicabile la deroga prevista per i prodotti freschi e deperibili. Le scelte unilaterali della grande distribuzione organizzata, dove si esitano i due terzi del ‘re dei formaggi’, e gli ondivaghi comportamenti sul prezzo, rendono difficile perseguire relazioni di filiera serie in grado di salvaguardare il reddito di consumatori ed agricoltori.
Aprire un confronto – L’assessorato all’agricoltura quindi,anche tenendo conto che circa la metà delle forme vengono consumate nel territorio d’origine, deve farsi carico di aprire rapidamente un confronto interprofessionale con la grande distribuzione richiamando tutti gli interlocutori, a cominciare dagli Istituti di credito, sulla drammatica e strutturale crisi che investe i produttori del Parmigiano.