Centocinquanta ristoratori, per metà a Verona e per l’altra metà sulla sponda veneta del lago di Garda, hanno tracciato il profilo del Bardolino durante la scorsa estate. Ad intervistarli, per conto del Consorzio di tutela del Bardolino, è stata una delle maggiori società italiane di ricerche di mercato, Dinamiche. I risultati, talvolta sorprendenti, dell’inchiesta, saranno resi noti sabato 4 ottobre, a Bardolino, nell’ambito della settantanovesima festa dell’uva. L’appuntamento è per le ore 10.30 nella sala civica ricavata nella chiesetta della Disciplina. Ad illustrare i contenuti della ricerca saranno il presidente del Consorzio bardolinese, Giorgio Tommasi, e Bruno Berni, di Dinamiche. Poi spazio ad un talk show che vedrà confrontarsi giornalisti e ristoratori.
L’indagine – “L’indagine sviluppata sulla ristorazione gardesana e veronese – dice il presidente del Consorzio di tutela del Bardolino, Giorgio Tommasi – si affianca a quella che abbiamo intrapreso nello stesso periodo, tra fine giugno e fine luglio, su duemila consumatori, i cui risultati sono già stati resi noti la scorsa settimana. Ora disponiamo di un ampio ed articolato profilo della nostra denominazione, che ci consente di porre le basi per delle nuove politiche di marketing”.
Risultati – Sorprendenti alcune delle evidenze emerse attraverso l’indagine, una su tutte, un terzo dei titolari di esercizi ristorativi del Garda (comprese anche pizzerie e locali prettamente turistici, più soggetti a gestioni stagionali da parte di operatori provenienti da altri territori, e dunque meno addentro nelle caratteristiche del territorio) non conosce e non commercializza alcuna tipologia di Bardolino. “Si tratta di un mercato che dobbiamo conquistare” dice Tommasi. Stimolanti altri dati, se a Verona, ad esempio, la versione spumantizzata del Bardolino Chiaretto è ancora pressoché sconosciuta, in riva al lago si ha già conquistato il 7% dei ristoranti, pur essendo prodotta ancora da pochissime aziende, per un imbottigliato totale attorno ai 100 mila pezzi.
I consumatori – Il Bardolino, rosso, si conferma un vino richiesto al ristorante prevalentemente dagli uomini (età media sui 45 anni), mentre sono soprattutto le donne ad ordinare il Chiaretto, anche come aperitivo, il che sembra rappresentare una nuova, interessante tendenza di consumo, che avvicina l’area gardesana alla Francia, dove il rosé spopola. Quanto alla qualità del Bardolino, i ristoratori sembrano concordi, è buona, e quasi nessuno ha alcunché da obiettare in questo senso.
Percorsi turistici – Che cosa chiedono dunque ora i ristoratori al Consorzio per aumentare la visibilità del Bardolino e del Chiaretto? Soprattutto di legare il vino a percorsi turistici e culturali e di promuovere iniziative presso ristoranti e trattorie, rendendo in ogni caso ancora già forte il legame fra vino e territorio.