Oltre quattro milioni di quintali. A tanto ammonta la quantità di grano duro raccolto in Toscana nel 2008, una quantità che supera quella del 2007 di oltre un milione di quintali. Risultati soddisfacenti per l’annata cerealicola 2008, secondo il Consorzio Agrario di Siena, punto di riferimento della produzione regionale con la società “Giallo Oro”, costituita nel 2004 insieme alla Cooperativa “Terre dell’Etruria” (che opera nelle aree di Livorno , Pisa e Grosseto). Giallo oro, istituito per aumentare il potere contrattuale degli agricoltori, commercializza il 30% di tutta la produzione regionale toscana con le sue 150 mila tonnellate del 2007 con un fatturato di 40,2 milioni nel 2007.
Giallo oro si amplia – Numeri e produzioni in crescita che non riguardano più solo la Toscana: la società Giallo Oro si è, infatti, ampliata con l’ingresso dei Molini Popolari di Ellera – Umbertide raggiungendo un fatturato di 225,5 milioni di euro e l’aumento della produzione con 55mila tonnellate apportate dalla cooperativa dei Molini Popolari.
I numeri in Toscana – “La Toscana ha ancora molti terreni da offrire all’Italia per la produzione di grano duro – ha detto Pietro Pagliuca, direttore del Consorzio Agrario di Siena (nella foto durante la conferenza stampa) – A livello mondiale solo il 5% della produzione di cereali è destinata al grano duro in provincia di Siena sono 40-50mila ettari, per un totale di 122mila ettari in Toscana nel 2008 (100mila nel 2007)”. Una vera e propria vocazione agricola che beneficia delle favorevoli condizioni climatiche del terreno del Centro-Sud Italia. “Il grano duro è l’elemento principe per la produzione della pasta – ha aggiunto Pagliuca –, un elemento sano per la tanto decantata dieta mediterranea, anche se nel mondo viene prodotto solo in Australia, Canada, Stati Uniti e nei Paesi mediterranei”.
Crisi economica – Una produzione di nicchia che negli ultimi anni ha risentito della crisi economica, dell’aumento vertiginoso del costo della vita e del gasolio: nel 2007 il grano duro ha sfiorato i 55 euro al quintale, quest’anno il prezzo sta lentamente tornando alla normalità attestandosi sui 30 euro al quintale. “Una situazione di emergenza per le aziende agricole – ha detto Pagliuca – a causa dell’aumento dei costi di produzione (gasolio e concimi)”. E proprio per tutelare gli agricoltori, il Consorzio Agrario ha stipulato protocolli di coltivazione per un corretto uso dei mezzi tecnici, mira alla sensibilizzazione degli agricoltori perché investano su terreni e coltivazioni che diano rese alte e alla valorizzazione del prodotto.