L’aggiornamento della Politica agricola comune (Pac) nell’Ue non sarà terreno di scontro, ma di certo l’Italia difenderà le proprie posizioni e chiederà le migliori soluzioni per le produzioni nazionali, lo ha ribadito il ministro delle Politiche agricole Luca Zaia.
Rapporti con l’Europa – In generale, ha sottolineato il ministro nella nota, “sono convinto che non si arriverà al muro contro muro tra Italia ed Europa, perché a quest’ultima il nostro Paese ha già dato e sacrificato tanto sin dal 1984, quando l’allora governo in carica accettò condizioni umilianti e sbagliate per la tradizione e il modello economico italiano”. Zaia si è detto perciò convito che il commissario all’agricoltura Mariann Fisher Boel, grazie a un rapporto “improntato alla lealtà e all’equilibrio”, aiuterà l’Italia a non “non prendere in considerazione alcuna forma di rinazionalizzazione del comparto”.
Pac – Il ministro, dopo aver ricordato i 120 milioni di euro ottenuti dall’Italia da parte di Bruxelles a favore degli indigenti, ha ricordato che al centro del vertice di Bruxelles c’è l’avvio del negoziato sulla revisione della Politica agricola comune. Di particolare rilievo e delicatezza in quest’ambito c’è il dibattito che si aprirà sul nodo delle quote latte. Con l’incontro di oggi, ha infatti spiegato il ministro, si è arrivati “al giro di boa di una trattativa che deve concludersi positivamente per l’agricoltura italiana”.
Trasferimento risorse – Zaia ha quindi sottolineato l’esigenza di rivedere al ribasso la modulazione, ovvero il meccanismo che attualmente permette di trasferire risorse dal primo (gli aiuti diretti) al secondo pilastro della Pac (lo sviluppo rurale). Il titolare del Mipaaf si è detto assolutamente contrario al fissare al 23% l’entità dei tagli agli aiuti diretti alle grandi aziende agricole: “A certe condizioni, e indicando con chiarezza la destinazione d’uso dei fondi – ha sottolineato – potremmo immaginare di trovare un accordo per un 5 o 6%”.
Quota latte – La richiesta al commissario Fisher Boel e al ministro dell’agricoltura francese Michel Barnier, presidente in carica del Consiglio agricolo, è quella, ha spiegato Zaia, di aumentare la quota nazionale italiana del 10%, ovvero di circa un milione di tonnellate l’anno. “Non possiamo più accettare – ha detto il responsabile del Mipaaf – la sperequazione sul latte in atto da 24 anni e che riguarda esclusivamente il nostro Paese, costretto a coprire quasi la metà del proprio fabbisogno interno con latte straniero. L’Italia si sente ed è la California d’Europa. E’ finita l’epoca in cui ci facevamo bastonare in silenzio”. Secondo Zaia infatti per costruire “un solido ed equilibrato sistema europeo” nel settore è necessario impegnarsi per un “soft–lending, che richiederà un intervento economico importante da parte dell’Unione Europea”. Il ministro ha quindi sottolineato di essere favorevole alla proposta tedesca di dar vita a un fondo straordinario “che sostenga la produzione lattiero casearia, convinti che le risorse da destinare a questo scopo ci siano”.
Pesca – Dal latte Zaia è tornato su altro tema caldo che vede l’Italia contrapposta alla Ue, quello della pesca. “Ancora una volta è successo di doversi confrontare polemicamente con il Commissario europeo alla Pesca Joe Borg. E’ chiaro, infatti – ha spiegato Zaia – che se Borg continua ad affermare che la programmazione messa in atto finora ha fallito, noi continueremo a chiedere di sapere cosa ostacoli l’applicazione dell’art. 7 non soltanto al tonno rosso, ma a tutte le specie ittiche”.
La posizione dell’Italia – Il ministro, dopo aver ricordato l’avvio del ricorso alla Corte di Giustizia europea contro il fermo anticipato della Pesca al Tonno rosso, deciso all’inizio di giugno dal Commissario Borg, ha ribadito la posizione dell’Italia spiegando di essere “assolutamente d’accordo su fermi biologici che diano modo di tutelare la vita del mare”, tuttavia il nostro Paese rimane in attesa delle risorse promesse per far fronte a questi stop. “All’indomani del summit di Venezia – ha spiegato Zaia – lo stesso Borg parlò di 600 milioni di euro da destinarsi a questa necessità. Di queste risorse, circa 60 milioni andrebbero in quota al nostro Paese. Di quei soldi però – ha concluso – non si sente più parlare e ci chiediamo il perché”.
Tabacco – Infine il tabacco, nel corso di un meeting con tutte le delegazioni nazionali chiesto alla Presidenza francese dai rappresentanti della filiera europea, Zaia ha rilanciato la richiesta italiana per mantenere sino al 2013 l’attuale regime di disaccoppiamento parziale. “Si tratta – ha spiegato Zaia – di una richiesta condivisa da tutti i rappresentanti della filiera, che ho avuto modo di incontrare, ed in grado di qualificare una produzione che al momento impiega più di 100 mila addetti. Si può scegliere di percorrere un’altra strada esclusivamente se si è capaci di restare indifferenti di fronte alla questione dell’identità di un prodotto agricolo tanto radicato nella storia di alcune regioni italiane e dinanzi ai centomila lavoratori, con le loro famiglie, che certamente rimarrebbero senza lavoro”.