E’ stata costituita oggi a Bruxelles la prima associazione europea dei pioppicoltori, i firmatari e soci fondatori sono i pioppicoltori di cinque Paesi europei, Italia, Spagna, Francia, Belgio e Olanda. All’operazione partecipano anche gli industriali che trasformano e lavorano il pioppo. “Un’operazione senza precedenti – annuncia Enzo Reni, pioppicoltore, industriale del legno a Volta Mantovana (Mantova) e uno dei principali promotori dell’iniziativa – che si pone obiettivo di rilanciare la pioppicoltura in Europa e di integrare la filiera del pioppi”.
Finalità – “L’Associazione europea dei pioppicoltori, che dovrebbe vedere appunto il coinvolgimento anche del mondo industriale del legno, si pone l’obiettivo di incentivare la coltivazione del pioppo in Europa – annuncia Reni – . Nel mondo, l’evoluzione in campo forestale registra un trend positivo: le piantagioni da legno sono passate da 173 milioni di ettari nel 1990 a 232 milioni di ettari nel 2005, con un incremento del 34 per cento. E la Fao ha previsto che nel 2050, a livello mondiale, il 75 per cento del legname utilizzato per fini industriali sarà ricavato da piantagioni con specie a rapida crescita, come il pioppo”.
Numeri – “La superficie mondiale delle piantagioni di pioppo – illustra Reni – ammonta complessivamente a 7 milioni di ettari, 2,6 dei quali sono piantagioni specializzate per la produzione di legno. In Europa la superficie delle piantagioni a pioppo occupa quasi un milione di ettari. Italia, Francia, Turchia e Ungheria rappresentano insieme il 65 per cento della superficie, con produzioni annue complessive di circa 8 milioni di metri cubi”.
Produzione nazionale – In flessione la produzione nazionale. “Nel nostro Paese, la superficie pioppicola è di circa 118mila ettari, di cui 83mila in colture specializzate inserite fra le attività agricole – dichiara Reni – ma nell’ultimo ventennio si è assistito ad una riduzione di circa il 25 per cento”.
Cause – Fra le cause di questa contrazione, Reni indica da un lato la maggiore redditività di colture agricole concorrenti, come ad esempio i seminativi, ma contemporaneamente anche una politica di incentivi sul legno destinati alla sola produzione di biomasse per energie da fonti rinnovabili, che ha sottratto materia prima agli utilizzi industriali-produttivi in favore di scopi puramente energetici.
Chiarezza normativa – L’Associazione europea dei pioppicoltori, a livello comunitario, punterà ad ottenere una maggiore chiarezza normativa sulla coltivazione del pioppo. A partire dalle due certificazioni volontarie di buona gestione forestale, Pefc e Fsc.
Strategia – La strategia di rilancio della pioppicoltura passa anche attraverso politiche agro-ambientali e forestali, a livello europeo e nazionale. Non bisogna sottovalutare che la coltivazione a ciclo breve (10 anni) del pioppo costituisce l’unica reale risorsa boschiva, sulla quale costruire una solida base per l’approvvigionamento futuro di legname per l’industria del legno, del mobile e della carta. Senza dimenticare gli aspetti ecologici positivi associati alla pioppicoltura e alla gestione forestale sostenibile.
Marta Santopolo