Lungo la filiera agroalimentare avvengono rincari spesso ingiustificati e anche frutto di pure manovre speculative. I prezzi agricoli alla produzione da diversi mesi hanno imboccato una decisa discesa e proprio a settembre -come rileva anche l’Ismea- hanno avuto una flessione netta.
Cereali – Soprattutto per i cereali è stato un vero crollo, con una perdita del 19,6%. Negli ultimi mesi il calo è stato ancora più netto: tra il 30 e il 40%. Stesso discorso per gli ortaggi e i legumi, la cui diminuzione arriva al 30,6%. Sono, comunque, tutti i comparti a segnare una battuta d’arresto, mentre, però, al dettaglio la corsa al rialzo resta sempre alquanto sostenuta. Il che incide sui consumi che scendono in maniera preoccupante.
Prezzi – Questa fase di prolungamento dei segnali di sofferenza del consumo finale, anziché favorire la riduzione del prezzi, come ci si aspetterebbe da un normale andamento delle curve di domanda e di offerta, non è in grado di contenere il trend ascendente dei livelli di inflazione, proprio a causa delle inefficienze e delle anomalie del sistema di formazione del prezzo. Uno degli elementi centrali del recupero di efficienza della filiera consiste nel miglioramento delle relazioni tra le sue diverse componenti. La riduzione dei protezionismi e la liberalizzazione dei mercati, l’accresciuta concorrenza e le ricorrenti tensioni sui mercati rendono manifesta la necessità di una maggiore capacità di collegamento tra agricoltura, industria, commercio e servizi.
Caso italiano – A livello italiano le diverse esperienze praticate nel campo dell’interprofessione non hanno finora favorito tale obiettivo: la molteplicità dei soggetti, la tradizionale intermediazione commerciale, la crescente posizione dominante della distribuzione moderna creano un differenziale tra valore alla produzione e valore finale che incide sull’inasprimento dei prezzi al consumo. La scelta di costituzione o rafforzamento degli organismi interprofessionali è – afferma la Cia – essenziale per fare sistema, dare trasparenza all’andamento dei prezzi ed accrescere la competitività delle diverse filiere, definire comportamenti comuni e coerenti, valorizzare la produzione nazionale come primo obiettivo e costruire percorsi di condivisione su obiettivi quali la qualità, la promozione.
Doppio prezzo – La Cia rilancia, inoltre, la sua proposta di indicare in etichetta in etichetta “doppio prezzo”, all’origine ed al consumo, per i prodotti particolarmente sensibili. Un meccanismo che renderebbe più consapevole il consumatore sull’acquisto e fungerebbe da deterrente per eventuali manovre speculative.