"I cambiamenti climatici sono fonte di grande preoccupazione perché la velocità di adattamento della vegetazione spontanea in generale, e degli alberi forestali in particolare, non è sufficientemente rapida da contrastare l’azione con cui i cambiamenti climatici possono agire". E’ quanto emerge dal Terzo Congresso Nazionale di Selvicoltura in corso di svolgimento a Taormina.
Effetti evolutivi – "Gli effetti evolutivi dell’adattamento – spiega il professore Raffaello Giannini, docente di genetica dell’università di Firenze – si realizzano attraverso generazioni anche molto lunghe, mentre i cambianti climatici agiscono in tempi molto più brevi. E’ riconosciuto a livello mondiale che tra gli hot-spot di biodiversità è incluso il Mediterraneo ed in particolare le regioni italiane che in questo mare sono al centro come la Sicilia, la Calabria, la Puglia. Un cambiamento climatico con azione repentine potrebbe avere altrettanti effetti devastanti.
Ridurre inquinamento – Lo sforzo dell’umanità dovrebbe essere innanzitutto quello di eliminare o ridurre in modo sostanziale le principali fonti che sono le cause dei cambiamenti climatici come le attività della cosiddetta era industriale nella quale viviamo il quotidiano. Gli impegni assunti da quasi tutti i Paesi nell’accettare quanto indicato nei protocolli di Kyoto Rio seguono questa politica, l’attuale recessione mondiale fa intravedere la possibilità anche di una revisione dei protocolli assunti. Questo può essere considerato l’inizio di un processo irreversibile di desertificazione".