È stato pubblicato sul sito dell’Istituto di servizi per il mercato agricolo alimentare (Ismea) l’analisi d’impatto sull’eliminazione delle quote latte condotto in collaborazione con l’Istituto nazionale di economia agraria (Inea). In particolare, gli istituti hanno considerato le due ipotesi possibili: l’abolizione delle quote latte nel 2009 e la loro eliminazione graduale entro il 2015 ( il cosiddetto “soft landing”).Dallo studio condotto, gli effetti prodotti nel mercato italiano ed europeo sarebbero estremamente diversi. Infatti, nel caso dell’abolizione delle quote già nel 2009, si prevede un’immediata contrazione del prezzo della materia prima, che tenderebbe gradualmente a ridimensionarsi e a tornare ai livelli del 2007 solo nel 2015; per i derivati, invece, la riduzione sarebbe limitata solo al 2009 per i prodotti con la Dop e leggermente più prolungata nel tempo per gli altri lattiero-caseari.
Scenari – Nello scenario di soft landing, poi, i due istituti ritengono possibile una sostanziale stabilità dei prezzi del latte e dei prodotti lattiero-caseari privi di denominazione rispetto alla situazione pre-riforma (2007), mentre si verificherebbe una contenuta tendenza di crescita per i prezzi dei formaggi Dop. Questi risultati sarebbero determinanti dallo scenario dei mercati prefigurabile fino al 2015: da un lato si ritiene possibile il rialzo dei prezzi delle commodity derivante dalle tendenze del contesto di mercato internazionale, dall’altro lato si dovrebbe verificare una riduzione dei prezzi dei lattiero-caseari nell’Ue per effetto dell’eliminazione delle quote. Infine, lo studio evidenzia un limitato potenziale di crescita della produttività del latte in Italia, che rappresenterebbe un forte vincolo all’aumento della produzione, soprattutto per i prodotti Dop.