Un’etichetta obbligatoria sugli alimenti e un appello per denunciare i delinquenti dell’agroalimentare. E’ quanto propone Coldiretti a causa dei numerosi allarmi sui rischi alla salute dei prodotti alimentari. Una misura che , se adottata, agevolerebbe i controlli, permettendo il sequestro immediato dei prodotti pericolosi e garantendo così la sicurezza dei consumatori.
Allarme melanina – La Coldiretti ricorda che l’allarme melanina investe ora tutti i prodotti di origine animale provenienti dalla Cina, a seguito dell’annuncio, da parte dei principali organi di stampa asiatici, dell’aggiunta di questa sostanza tossica ai mangimi per l’alimentazione degli animali intesa come una pratica comune usata per aumentarne il contenuto proteico, nonostante il divieto imposto dalle autorità nazionali.
L’origine dell’etichettatura – Secondo l’associazione dei coltivatori, bisogna completare il percorso iniziato dopo la crisi “mucca pazza” del 2002, quando venne introdotta per la prima volta in Europa l’etichettatura di origine della carne bovina, e continuato poi nel 2004 con sull’etichettatura d’origine obbligatoria di buona parte degli alimenti. Infatti, conclude Coldiretti, sono reperibili in commercio ancora troppi prodotti di cui non si conosce l’origine, come la carne di maiale, di coniglio e agnello, la pasta, le conserve vegetali (come il pomodoro proveniente dalla Cina), i succhi di frutta, e i formaggi privi della denominazione di origine.
L’appello del ministro Zaia – "Vorrei lanciare un appello alla comunità cinese in Italia: facciamo fronte comune contro i delinquenti dell’agroalimentare. Invito chi lavora onestamente a denunciare simili crimini, a difendere il diritto alla salute dei bambini, ad aiutarci ad individuare le mele marce per poterle punire come meritano”. Con queste parole il ministro Luca Zaia ha commentato con soddisfazione il sequestro di prodotti alimentari cinesi in cattive condizioni igienico sanitarie e senza regolare etichettatura avvenuto a Roma nel quartiere Esquilino. L’operazione, condotta dal Corpo forestale dello Stato, ha coinvolto decine di negozi e magazzini gestiti da cinesi e asiatici nei quali sono stati trovati carne, pasta, farine e zampe di pollo, di cui è vietata l’importazione per il rischio costituito dall’influenza aviaria, oltre a biscotti con burro e derivati del latte “Made in China”.
Marta Santopolo