Sulla rideterminazione delle quote latte in Europa e sulla possibilità di un nuovo incremento per l’Italia, come chiesto a più riprese dal ministro delle Politiche agricole Luca Zaia, il commissario all’agricoltura della Ue Mariann Fischer Boel si è detta oggi ottimista. Intervenendo questa mattina davanti le commissioni Agricoltura di Camera e Senato la responsabile del settore primario della Ue ha infatti sottolineato che su questo punto, nell’ambito del negoziato sull’Health Check della Politica agricola comune, all’ordine del giorno del Consiglio agricolo del 19 novembre prossimo, ci sono ampie possibilità di arrivare ad un compromesso che soddisfi le richieste del nostro Paese.
Obiettivo di crescita – Nel vertice di novembre, ha annunciato la Fischer Boel, accanto alla proposta di incrementare complessivamente del 5% la produzione nei prossimi cinque anni, per arrivare poi nel 2015 alla cancellazione di questo sistema, sarà formulata anche un iniziativa per “permettere ad alcuni stati membri, tra cui l’Italia, di poter aumentare ulteriormente la propria produzione”. Si tratta ovviamente, ha ricordato il commissario europeo, solo di una proposta, dal momento che l’ultima parola spetterà al consiglio dei ministri dell’agricoltura. Il commissario si è invece detta contraria all’ipotesi di adottare un sistema che permetta la redistribuzione delle quote latte, ovvero di un meccanismo che permetta di riassegnare ai Paesi che eccedono nella produzione la parte di quote non utilizzate da quelli che invece non arrivano a utilizzare tutta la propria quota. Questo perché, ha spiegato la Fischer Boel, un sistema di questo tipo non permetterebbe agli allevatori di avere certezze sulla propria produzione impedendo, quindi, anche una programmazione.
Tabacco amaro – Se sul latte il commissario ha mostrato segnali di apertura, sul fronte del tabacco, altro nodo caro all’Italia, ovvero la proroga dell’attuale regime di aiuti, il commissario Ue non lascia margini di discussione. Il settore non rientra nel negoziato sull’Health check della Pac. Con l’adozione, nel 2004, della nuova Organizzazione comune di mercato per la tabacchicoltura, ha sottolineato la Fischer Boel, la filiera verde è stata separata dal complesso della Politica agricola comune con consenso unanime. Dunque è fuori discussione la possibilità di riaprire questo capitolo. Non solo. Il commissario è stato ancora più chiaro: l’Italia ha condiviso la riforma del 2004 e “sapeva quindi cosa sarebbe accaduto”. Quello che però può fare ora il governo è orientare le Politiche di sviluppo rurale in modo da sostenere i tabacchicoltori e condurli sulla via della diversificazione. La questione per la Fischer Boel è dunque chiusa e non ha margini di riapertura anche perché ha spiegato il commissario: “nessun responsabile alla Salute degli Stati della Ue sarà disposto ad accettare una modifica a questa riforma”. Perciò ha concluso, “sarò brutale, ma non si può continuare a produrre tabacco che nessuno vuole fumare”.
Capitolo Ogm – La commissaria, sollecitata da alcune domande dei parlamentari, ha anche espresso senza mezzi termini la propria posizione in fatto di Organismi geneticamente modificati ricordando che l’Europa importa il 90% della soia utilizzata per la produzione delle carni e che quasi tutta questa soia è Ogm. Per cui vietare l’utilizzo e l’introduzione nella Ue di prodotti Ogm significherebbe decretare la fine della produzione di carne nei Paesi del Vecchio continente che già importano la metà del proprio fabbisogno. Dunque su questo punto bisogna far capire anche ai consumatori che l’approccio della Commissione sugli Ogm non è “emotivo” ma scientifico e che quando Bruxelles autorizza l’utilizzo di un determinato prodotto Ogm lo fa su delle basi scientifiche. Politiche troppo restrittive su questo tema non avrebbero alcun effetto positivo, se non quello di incrementare ancora di più la dipendenza dell’Europa nelle importazioni di massa di prodotti agroalimentari. Il presidente della commissione Agricoltura della Camera, Paolo Russo, ha anche chiesto al commissario di esprimere le proprie valutazioni sulla proposta avanzata da alcuni governi della Ue sull’opportunità di ridurre da 250 a 150 euro il limite degli aiuti de minimis ai produttori, e sull’ipotesi di erogarli ogni due anni. Punto su cui però nella sua replica, il commissario Fischer Boel non ha fornito risposta.