L’agronomo del futuro è un professionista moderno in grado di mantenersi a stretto contatto con le emergenze quotidiane del mondo dell’alimentazione, dell’agricoltura e dell’ambiente. Un professionista della multifunzionalità al servizio dei territori italiani, dei cittadini consumatori, delle aziende agricole, degli enti pubblici e privati. Nasce da queste premesse l’introduzione di un strumento operativo, i dipartimenti, che rappresentano una novità all’interno dell’ ordine professionale dei dottori agronomi e forestali. Dodici settori tecnici di competenza, suddivisi per aree tematiche che vanno dall’ambiente, alla sicurezza alimentare, dalla pianificazione territoriale al paesaggio, dalla cooperazione internazionale alla protezione civile, passando per la sicurezza sui luoghi di lavoro, la formazione permanente, la ricerca, l’università e le energie rinnovabili.
Il nuovo Consiglio nazionale – E’ la novità presentata quest’oggi a Roma dal nuovo Consiglio dell’Ordine Nazionale dei Dottori Agronomi e dei Dottori Forestali, che si è insediato lo scorso mese di novembre presso il Ministero della Giustizia e rimarrà in carica fino al 2013. Da questi pilastri partono le sfide degli agronomi e forestali, un esercito di oltre 20mila professionisti (17mila agronomi e 3mila forestali). “Negli ultimi anni – spiega il presidente dell’Ordine Nazionale Andrea Sisti – le società e gli Stati occidentali hanno percepito le tematiche della qualità e della sicurezza dell’alimentazione, dell’ambiente e più in generale dello sviluppo sostenibile come priorità “politica” nella programmazione delle risorse pubbliche e private. Da questo punto di vista la nostra professionalità acquisisce un ruolo sempre più rilevante nello scenario socio-economico nazionale, puntando sulla nostra valenza tecnica e l’apertura ai temi del futuro. Oggi i Dottori Agronomi e Dottori Forestali sono impegnati direttamente in gran parte delle attività quotidiane dalla salvaguardia e valorizzazione del paesaggio, ai temi alimentari, dell’agricoltura, delle energie rinnovabili, delle crisi ambientali e mutamenti climatici, alla pianificazione territoriale”.
Dipartimenti – I dipartimenti sono un nuovo strumento operativo dei veri e propri settori tecnici di competenza, suddivisi per aree tematiche, e che saranno presieduti da un consigliere nazionale con specifica delega. Opereranno su precise materie di competenza degli agronomi e dei forestali in stretto coordinamento con le assemblee delle Federazioni regionali. Questa struttura si coordinerà sul modello della Conferenza Stato-Regioni con precise responsabilità ed adempimenti.
Formazione – Una professione che per raggiungere questi obiettivi investirà sul capitale umano dei propri iscritti con la formazione e l’aggiornamento permanente, la responsabilità etica e deontologica e quindi su percorsi di qualità della professione sia in ambito libero professionale che pubblico-privato. Spazio anche alle professioniste “in rosa”, che rappresentano quasi il 20% degli iscritti all’Ordine (dato in crescita rispetto al passato) con ruoli di responsabilità: “Una professione moderna e “del fare”- sottolinea la vice presidente Rosanna Zari –, che dovrà puntare per i prossimi anni con decisione all’innovazione, alla formazione continua di nuovi professionisti e alla collaborazione con il mondo della ricerca”.
Maggiore coinvolgimento degli iscritti – Fra le novità del nuovo Consiglio anche un’attenta e puntuale comunicazione interna in grado di collegare le attività del Consiglio Nazionale con i dipartimenti e tutte le federazioni regionali e gli ordini provinciali. “E’ nostro obiettivo – conclude Riccardo Pisanti, segretario del Conaf –, coinvolgere quotidianamente tutti gli agronomi e i forestali che ogni giorno lavorano per la collettività portando il proprio fondamentale contributo in termini di qualità, professionalità, eticità e sicurezza all’intera società”.