Insaccati italiani a Natale. Ecco il consiglio di Zaia per l’allarme diossina

"La carne italiana è buona, quindi gli italiani devono consumare il più possibile ‘prodotto italiano di prossimità’, tanto più nel caso della cane suina che è un prodotto autoctono". E’ l’invito che il ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali Luca Zaia fa agli italiani il giorno dopo la scoperta dei casi di contaminazione da diossina di alcuni maiali allevati in Irlanda. Zaia ci tiene però a precisare che "in Italia la filiera del controllo funziona e il consumatore ha sempre sotto mano, in maniera trasparente, la tracciabilità del prodotto, cioè la possibilità di identificarne l’origine, e questo consente, in casi di emergenza come questo, di arrivare immediatamente a tutelare la salute pubblica".

Il problema non c’è – Il Ministro sottolinea inoltre che "nel momento in cui il Ddl che prevede l’obbligatorietà dell’etichetta di origine su tutti i prodotti alimentari sarà legge, a tutte queste informazioni si potrà accedere con ancora maggiore tempestività ed incisività a tutela del consumatore". Il ministro Zaia, inoltre, in un’intervista a "Il Giornale", ha affermato che "il problema c’è. Non per il caso specifico della carne irlandese, sia chiaro. Ma se non si fissano regole chiare a livello europeo, fra qualche anno rischiamo di trovare nelle nostre tavole le peggiori schifezze, senza sapere nemmeno cosa stiamo mangiando".

Rischio assente – Per il Ministro, però, la carne in macelleria non è "assolutamente" a rischio. "Primo, ha spiegato il Ministro, perché sono già scattati controlli a tappeto. Secondo, perché l’Italia importa pochissima carne dall’Irlanda, a differenza di altri Paesi come la Gran Bretagna e la Germania. Terzo, perché di ogni bistecca già oggi vengono registrate accuratamente caratteristiche e provenienza, cosa che purtroppo non si può dire per molti altri alimenti. Quindi, su questo caso specifico, ha concluso il Ministro, ci tengo a rassicurare tutti i cittadini. Detto questo, a casa mia… io mangio solo carne italiana perché so che dietro a ogni bistecca e costicina c’é una filiera garantita al cento per cento. La nostra produzione agroalimentare è sinonimo di sicurezza, qualità e identità".

Provenienza in etichetta – Grazie all’obbligo di indicare la provenienza in etichetta è possibile per i consumatori riconoscere direttamente sugli scaffali la carne bovina proveniente dall’Irlanda. E’ quanto ha affermato la Coldiretti che, in riferimento all’allarme per i livelli alti di diossina presenti nella carne irlandese, sottolinea come l’individuazione di 22 partite di carne di maiale provenienti dall’Irlanda ed i sequestri dimostrano che in Italia i controlli funzionano. Dall’Irlanda è arrivato appena lo 0,3% delle carni di maiale importate dall’Italia ed è quindi necessario evitare allarmismo preferendo, ha sottolineato la Coldiretti, le carni italiane garantite da marchi di qualità come il Gran suino padano (Gsp) o acquistando direttamente dai moltissimi allevamenti che offrono questa opportunità.

Coldiretti – Per non rincorrere le emergenze, ha sottolineato la Coldiretti, occorre estendere a tutti gli alimenti l’obbligo di un sistema di etichettatura che indichi la provenienza, al pari di quanto è stato già fatto per quella di pollo e per quella bovina, dopo le emergenze aviaria e mucca pazza. In un Paese come l’Italia che può contare sulla più estesa rete di veterinari a livello comunitario, il tempestivo avvio dei controlli a livello nazionale è rassicurante, ha sottolineato la Coldiretti, per evitare una psicosi nei consumi che in passato è costata notevolmente al sistema produttivo. Secondo l’indagine Coldiretti-Swg la quasi totalità dei cittadini (98%) considera necessario che debba essere sempre indicato in etichetta il luogo di origine della componente agricola contenuta negli alimenti, per colmare una lacuna ancora presente nella legislazione comunitaria e nazionale. Si tratta di una misura importante per la sicurezza alimentare con il moltiplicarsi di emergenze sanitarie che si diffondono rapidamente in tutto il mondo per effetto degli scambi, come nel caso del latte alla melamina proveniente dalla Cina o l’olio di girasole dall’Ucraina.

Fedagri – Il presidente di Fedagri-Confcooperative, Paolo Bruni, ha spiegato che "dopo questo nuovo caso di allerta sanitaria proveniente dall’Irlanda, riteniamo non sia più rinviabile procedere a rendere obbligatoria l’etichettatura d’origine su tutti i prodotti alimentari". "La scorsa settimana, ha continuato Bruni, abbiamo ribadito al ministero la necessità di dar seguito a quanto già stabilito dal protocollo d’intesa della filiera per giungere all’obbligo d’origine anche per la carne suina. I consumatori d’altronde devono essere informati che le cooperative italiane utilizzano solo materia prima nazionale. Anche in mancanza dell’obbligo di indicare la provenienza, ha concluso il presidente Bruni, per essere certi di mangiare italiano ci si può rivolgere per le carni fresche a quelle che riportano la denominazione "Gran suino padano", mentre per i trasformati consigliamo ai consumatori di indirizzarsi verso i prodotti tipici della salumeria italiana".

Cia – La Cia-Confederazione italiana agricoltori ha sottolineato che "in Italia non c’è alcun pericolo per i maiali alla diossina. Prima di tutto dall’Irlanda le importazioni sono praticamente nulle, mentre i nostri allevamenti sono sicuri e sottoposti a rigidissimi controlli e le produzioni italiane sono di qualità e seguono un disciplinare molto rigoroso". "Oltretutto, ha continuato la Cia, i mangimi che utilizzano i suinicoltori nazionali sono selezionati e sono verificati quotidianamente da parte delle stesse autorità competenti. I nostri maiali vengono, insomma, analizzati dettagliatamente fin dal primo giorno di nascita e per l’intero periodo di allevamento. Per le nostre produzioni, dunque, non deve esserci alcun timore. Ogni allarmismo, ha commentato la Cia, appare fuori luogo e può soltanto causare problemi per un settore, quello suinicolo, che viene da una crisi profonda con costi elevatissimi per gli allevatori. I consumatori possono consumare tranquillamente la carne suina nazionale. Anche quest’ultima vicenda, ha concluso la Cia, pone l’esigenza dell’estensione dell’indicazione d’origine in etichetta per tutte le produzioni e questo è uno strumento fondamentale che garantisce sia i consumatori che gli stessi produttori agricoli."

 

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