Un profondo senso di sfiducia da parte degli operatori a causa della crisi economica. Lo rivela l’indagine Ismea sul “Clima di fiducia nelle imprese del sistema agroalimentare” presentati questa mattina dall’Ismea a Bologna nell’ambito della manifestazione ’So Fresh!’. Un rapporto su cui si è espresso anche Luca Zaia, ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali. “Comprendiamo le ragioni del pessimismo degli operatori. Occorre rifondare l’agricoltura italiana insieme a tutti gli operatori del settore. Vogliamo che si sappia che per noi le imprese agricole sono il centro di questo straordinario mondo produttivo”
Pessimismo ma non troppo – “I dati generali dell’indagine – continua il ministro – indicano che la congiuntura negativa pesa parzialmente anche sul sentimento delle imprese agroalimentari e dei suoi operatori che nell’ultimo trimestre guardano con minor fiducia alle prospettive di crescita della propria azienda. Il dato risulta comunque meno negativo di quello delineato dall’ISAE, sul complesso delle imprese manifatturiere, che invece si attesta ai minimi storici”
Fiducia per il futuro – “Il made in Italy dell’agroalimentare – prosegue Zaia – resta la grande potenza del mondo produttivo italiano e sta affrontando questa congiuntura meglio degli altri comparti. Le ragioni
della crisi economica vanno, infatti, cercate – ha concluso il ministro – nella distanza sempre maggiore che si è creata tra l’economia reale e la sua proiezione finanziaria, distanza che nel mondo produttivo agricolo si riduce notevolmente”.
Prezzi in calo – “Dai dati diffusi oggi da ISMEA, sulle aspettative delle imprese del comparto di trasformazione dell’agroalimentare, emerge l’attesa di un calo dei prezzi al consumo. Finalmente i cittadini e consumatori beneficeranno di un calo che fin ora non era riuscito ad attraversare tutta la filiera. Il prezzo più basso dei prodotti alimentari di largo consumo, come la pasta e il pane, saranno certamente un aiuto concreto per le famiglie in questo momento di crisi”.
L’indagine Ismea – La ricerca è stata condotta su un panel di circa 1.200 operatori dell’industria di trasformazione alimentare, da cui emerge che il clima di fiducia nel settore ha fatto segnare, nel quarto trimestre del 2008, un netto peggioramento, scendendo a -13,6 (l’indicatore è compreso tra 100 e -100), da meno 0,7 del trimestre precedente. A influenzare l’umore degli operatori del settore agroalimentare sono stati, a fine anno, sia i giudizi sul livello corrente delle scorte e degli ordinativi, sia le aspettative di un deterioramento del quadro congiunturale nel primo trimestre 2009. E’ aumentato, inoltre, il numero delle imprese che hanno dichiarato un incremento delle giacenze di prodotti finiti, a fronte di un contestuale rallentamento di ordini e fatturati.
La situazione nei singoli settori – A livello settoriale gli indici evidenziano un quadro più negativo nell’industria vinicola e nel comparto dei prodotti per la prima colazione, segnalando situazioni di criticità anche per l’insieme delle bevande analcoliche, incluse le acque minerali, e per i settori della molitoria e della macellazione di carni rosse. Valori negativi sono emersi, nel quarto trimestre, per tutti gli altri comparti produttivi, con risultati comunque migliori, rispetto alla media, nei settori degli ortofrutticoli, dell’olio d’oliva, del riso, della pasta e della macellazione di carni bianche.
La risposta della grande distribuzione – In analogia con il sentimento delle imprese industriali, anche gli operatori della grande distribuzione alimentare (ipermercati, supermercati e minimarket) hanno dichiarato, nel quarto trimestre del 2008, un marcato peggioramento del giudizio sugli sviluppi della congiuntura, con il relativo clima di fiducia, emerso da un’indagine Ismea condotta su circa 200 imprese del settore, che da +12,2 del terzo trimestre 2008 è sceso a -16,2.
La situazione nelle regioni italiane – Gli effetti della crisi, secondo i risultati dell’indagine, si sono estesi a tutti i prodotti e sono apparsi diffusi a livello territoriale. Nell’ambito delle diverse aree geografiche, l’indice del clima di fiducia ha raggiunto il picco negativo nel Mezzogiorno, peggiorando sensibilmente anche al Nord e al Centro Italia.