Moria di api e conseguenti danni all’agricoltura nazionale. La storia continua e si arricchisce ogni giorno di nuovi particolari. L’ultima scoperta degli scienziati parla di pesticidi essudati. In pratica bastano due minuti: un’ape beve le gocce d’acqua essudate da piante di mais trattate con i nuovi potenti insetticidi neonicotinoidi, e nel giro di soli due minuti cade a terra morta.
La guttazione – Se fino ad ora gli scienziati si erano limitati a constatare gli effetti micidiali sulle api della dispersione dei neonicotinoidi (sostanze utilizzate nella concia dei semi) all’atto della semina del mais, e del loro inquinamento di nettare e polline a causa della loro azione sistemica, adesso si aprono scenari ancora più allarmanti: fra le fonti di raccolto d’acqua preferite dalle api ci sono le gocce che trovano sulle piante, come la rugiada e le gutte, ovvero le essudazioni delle foglie.
Agrofarma – L’ associazione nazionale imprese agrofarmaci, che fa parte di Federchimica ha voluto commentare questa nuova scoperta sostenendo che si tratta di un’ipotesi abbastanza improbabile, dal momento che le piante di mais non producono nettare risulta curioso che le api, per dissetarsi, siano attratte proprio da questa pianta così poco attrattiva per loro. Tuttavia, come tutte le ipotesi, anche questa merita di essere approfondita e provata scientificamente. Si tratta infatti di un test iniziale senza ancora nessuna evidenza in condizioni reali di utilizzo. Non la pensano però così gli apicoltori – continua Agrofarma – per i quali si tratta di un’altra causa, già acquisita e certificata, che si aggiunge a quella della presunta dispersione di polveri. Quello che più colpisce è la natura tutta politica delle accuse lanciate dagli apicoltori. Fino ad oggi il presunto colpevole erano le polveri di neonicotinoidi rilasciate durante la semina, adesso curiosamente gli stessi apicoltori alzano ancora la posta e sostengono che la causa non sono solo le polveri ma anche gli essudati delle piante di mais, i quali compaiono alcune settimane dopo la semina. Quindi un’ulteriore causa, finora sconosciuta e da nessuno denunciata, anche se provocherebbe una moria quasi istantanea delle api, mentre finora gli apicoltori parlavano di disorientamento, agonia e morte delle api. A conferma dell’infondatezza delle osservazioni degli apicoltori, tutti gli studi di monitoraggio nazionali e internazionali secondo i quali al momento non esistono evidenze scientifiche che dimostrino un nesso di causa effetto tra l’impiego di agrofarmaci e lo spopolamento degli alveari così come le esperienze maturate negli altri Paesi europei, che hanno recentemente confermato la registrazione di questi prodotti.
Assenza di dialogo – Agrofarma precisa, inoltre, di aver più volte proposto un tavolo di confronto con tutti i soggetti interessati, così come ha chiesto un monitoraggio nazionale sulla moria delle api per comprenderne le reali cause. Peccato che tutte queste proposte siano sempre state respinte dagli apicoltori. Chi pagherà il prezzo di questo atteggiamento? Secondo Agrofarma , ’industria e l’agricoltura italiana, che rispettivamente con investimenti in innovazione ridotti e senza la possibilità di utilizzare agrofarmaci porteranno al calo della produzione agroalimentare, con conseguenti import dall’estero e incrementi dei prezzi.