In un momento di crisi economica senza precedenti, che sta mettendo in serio pericolo il futuro delle aziende agricole toscane, l’applicazione dell’Ici sui fabbricati rurali da parte di alcuni comuni toscani può rappresentare davvero un colpo di grazia. Profonda preoccupazione da parte della Cia Toscana – dopo che in tutta la regione si sono già verificati casi di richiesta di pagamento dell’Ici alle aziende agricole -, per le conseguenze di una sentenza della Corte di Cassazione le cui motivazioni non sembrano convincenti e non sono condivisibili. Questa sentenza – denuncia la Cia regionale -, qualora non intervenga un’interpretazione da parte del Governo, per altro annunciata da mesi dal Ministro Rotondi, porterà al pagamento dell’Ici sui fabbricati in possesso dei requisiti di ruralità, col risultato di duplicare l’imposta.
L’intervento di Valentino Vanelli, vicepresidente Cia Toscana – “Gli agricoltori non si spiegano come mai, mentre tutte le forze politiche dichiarano di voler abolire l’Ici, non si trovi di meglio che pretendere di estenderla, per la prima volta, ai fabbricati rurali. In particolare la Cia Toscana ribadisce che in questo momento di crisi del settore, la pretesa di fare pagare una nuova imposta alle aziende agricole rappresenti una forzatura inammissibile da parte di alcune Amministrazioni comunali che dimostrano una straordinaria efficienza, mai registrata prima, nel ritenere assoggettabili ad Ici i fabbricati rurali. Ci risulta incomprensibile la decisione da parte dei comuni che stanno emettendo le cartelle esattoriali di richiedere cinque anni di imposta arretrati, con tariffe ed aliquote che non tengono in alcun conto le caratteristiche strutturali dei fabbricati di campagna. Ciò comporta una forte crescita della pressione fiscale per il settore che in tal modo registra, anziché agevolazioni e provvidenze come gli altri settori, nuovi salassi tributari di diverse migliaia di euro ad azienda”.
L’azione della Cia Toscana – La Confederazione Italiana Agricoltori ritiene che per le imprese agricole la tassazione dei fabbricati rurali rappresenterebbe una duplicazione d’imposta in quanto, essendo pertinenze dei terreni agricoli, secondo le norme catastali il loro valore fondiario è ricompreso nei redditi dominicali già assoggettati all’Ici. Siamo di fronte ad una politica fiscale locale scellerata, che trova esclusivamente la propria ragione di essere nell’equilibrio di bilancio perseguito mediante nuove tasse e nuovi balzelli. Meglio sarebbe ragionare con criteri di equità, correttezza e compatibilità dell’imposizione fiscale. Cia Toscana sostiene e sollecita ogni iniziativa portata avanti dalla Cia nazionale verso il Governo, perché intervenga con l’annunciata e tanto attesa interpretazione autentica della norma (la norma originaria dell’Ici è del 1993: come mai il problema si pone solo ora?) in modo da evitare il proliferarsi di inutili e costosi contenziosi, che genererebbero solo sfiducia del mondo agricolo verso le istituzioni.
Il programma di lavoro – Cia Toscana annuncia un programma di lavoro caratterizzato da iniziative di sensibilizzazione verso i Parlamentari, la Regione Toscana, l’Anci e le forze politiche e ogni altro soggetto che possa intervenire per rimuovere questa ingiusta, iniqua, tardiva, vessatoria estensione dell’Ici ai fabbricati rurali. Annunciando ad ogni livello iniziative verso le Amministrazioni comunali che applicano l’Ici sui fabbricati rurali, Cia Toscana è impegnata a fornire agli agricoltori l’assistenza e la consulenza necessarie alla tutela dei propri interessi.